Arrestati i capi ultras di Inter e Milan

- Gli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, insieme alla Squadra Mobile e alla S.I.SCO di Milano, hanno eseguito decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di individui indagati per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni e altri gravi reati. Gli indagati, quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan, sono coinvolti in reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico.

L'operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano, ha portato all'arresto di diciotto capi ultras delle due squadre milanesi. Le persone coinvolte sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale, rissa, estorsione e intestazione fittizia. L'indagine, condotta dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, sotto la supervisione del procuratore Marcello Viola e dell'aggiunta Alessandra Dolci, ha visto la partecipazione della Squadra Mobile di Milano.

Le misure cautelari, emesse dal gip Domenico Santoro, riguardano figure di spicco delle curve di Inter e Milan, che avrebbero utilizzato il metodo mafioso per gestire il controllo delle tifoserie e il giro d'affari ad esse collegato. Gli agenti della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza di Milano, coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica di Milano, hanno eseguito le operazioni all'alba di questa mattina, portando alla luce un sistema criminale radicato nelle curve dello stadio San Siro.

L'indagine ha rivelato come i capi ultras, sfruttando il loro potere all'interno delle tifoserie, abbiano instaurato un clima di intimidazione e violenza, utilizzando metodi mafiosi per estorcere denaro e gestire il controllo delle attività illecite legate al mondo del calcio. Le perquisizioni hanno permesso di raccogliere ulteriori prove a carico degli indagati, confermando il loro coinvolgimento in attività criminali di vasta portata.

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