Accise diesel e benzina, il governo punta all'allineamento

- Nel contesto del Piano strutturale di bilancio, il governo italiano ha deciso di affrontare una questione che, da tempo, suscita dibattiti e preoccupazioni tra gli automobilisti: l'allineamento delle accise sul diesel a quelle della benzina. Questa misura, se approvata, comporterebbe un aumento delle accise sul gasolio, portandole dagli attuali 61,7 centesimi al litro a 72,8 centesimi, equiparandole così a quelle della benzina.

Il Centro Studi Promotor ha evidenziato come, nel 2023, i consumi di gasolio siano saliti a 28 miliardi di litri, sottolineando l'ampio utilizzo di questo carburante. Tale incremento nei consumi rende ancora più rilevante l'impatto che l'aumento delle accise potrebbe avere sui consumatori. Infatti, l'abolizione delle accise agevolate per il gasolio, che il governo intende inserire nel Piano strutturale di bilancio, rappresenta una svolta significativa rispetto alle promesse fatte in passato da esponenti politici come Matteo Salvini, che aveva promesso un taglio delle accise sui carburanti.

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha formalizzato questa proposta nel documento programmatico, segnando un cambiamento di rotta rispetto alle politiche precedenti. L'aumento delle accise, stimato in circa 3 miliardi di euro, potrebbe avere ripercussioni significative sulle tasche degli italiani, soprattutto considerando l'ampio utilizzo del diesel nel settore dei trasporti e tra i possessori di vetture a gasolio.

Il riallineamento delle accise tra diesel e benzina, sebbene possa sembrare una misura tecnica, ha implicazioni profonde per l'economia e per i consumatori. La decisione del governo di procedere in questa direzione, inserendola nel Piano strutturale di bilancio, riflette la volontà di riordinare le spese fiscali in determinati ambiti di tassazione, ma solleva anche interrogativi sulle conseguenze per gli automobilisti e per il mercato dei carburanti in generale.

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