Attacchi tecnologici in Libano, la nuova frontiera della guerra ibrida

- Gli eventi recenti in Libano, che hanno visto l'uso di cercapersone e walkie-talkie manipolati per colpire membri di Hezbollah, rappresentano un preoccupante salto di qualità nel sabotaggio tecnologico. La manomissione di questi dispositivi ha causato circa 30 morti e oltre 3.600 feriti, dimostrando come la guerra ibrida e psicologica possa violare apertamente i principi fondamentali della Teoria della Guerra Giusta e delle leggi umanitarie internazionali, che impongono la distinzione tra combattenti e non combattenti.

L'episodio più recente, avvenuto il 28 settembre, ha visto l'esercito israeliano hackerare la torre di controllo dell'aeroporto di Beirut, minacciando un aereo cargo proveniente da Teheran di essere considerato un bersaglio militare se fosse atterrato in Libano. Questo attacco segue una serie di azioni coordinate, iniziate con l'uso di cercapersone esplosivi e proseguite con campagne di bombardamento aereo, che hanno reso sempre più difficile distinguere la realtà dalla suggestione sui fronti che coinvolgono Israele.

Un'inchiesta del quotidiano norvegese VG ha rivelato che dietro le società coinvolte nell'acquisto dei cercapersone esplosivi ci sarebbe un conto israeliano, collegato al Mossad. Inoltre, una "talpa" iraniana avrebbe fornito informazioni decisive, permettendo all'aviazione israeliana di colpire la sede segreta di Hezbollah a Beirut, causando la morte del leader supremo Hassan Nasrallah e di numerosi suoi collaboratori.

Questi attacchi su larga scala, che utilizzano tecnologie avanzate per manipolare dispositivi di comunicazione, rappresentano una nuova e pericolosa frontiera nella guerra moderna. La capacità di hackerare sistemi critici e di utilizzare dispositivi comuni come armi letali solleva gravi preoccupazioni sulla sicurezza e sull'etica delle operazioni militari contemporanee.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo