La Wada non farà ricorso contro Sinner. Il caso Clostebol

- La recente decisione della Wada di non fare ricorso contro Jannik Sinner ha suscitato un acceso dibattito nel mondo dello sport. Il caso riguarda la presenza di Clostebol, una sostanza vietata, nel corpo del tennista italiano. Tuttavia, un esperto dei laboratori antidoping, che ha preferito rimanere anonimo, ha dichiarato a La Stampa che la quantità rilevata era paragonabile a "un cucchiaino di caffè sciolto in una piscina". Questa affermazione ha contribuito a ridimensionare la gravità della situazione.

Il Clostebol è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, utilizzato principalmente per scopi terapeutici. La sua presenza negli atleti è vietata, poiché può migliorare le prestazioni fisiche. Tuttavia, la quantità rilevata nel caso di Sinner era così minima da non giustificare un ricorso da parte della Wada. L'agenzia antidoping ha deciso di non procedere ulteriormente, evitando così di aprire un precedente per altri atleti che potrebbero utilizzare sostanze dopanti in quantità trascurabili.

La decisione della Wada è stata influenzata anche dal parere di un professore autorevole nel campo dell'antidoping, che ha ritenuto non necessario un ricorso. Questo esperto ha sottolineato che il caso di Sinner non rappresenta una minaccia per l'integrità dello sport, poiché la quantità di Clostebol rilevata non avrebbe potuto migliorare significativamente le sue prestazioni.

Nonostante la decisione della Wada, il caso non è ancora completamente chiuso. Verranno richiesti ulteriori approfondimenti per chiarire definitivamente la situazione. Tuttavia, per il momento, Sinner può tirare un sospiro di sollievo e concentrarsi sulla sua carriera tennistica, fresco vincitore degli US Open.

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