Kallas, 'non possiamo accettare lo stop alle armi a Kiev'

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La Gazzetta del Mezzogiorno ESTERI

L'Europa "non può accettare" che il flusso di armi all'Ucraina perché la Russia vuole che Kiev "abbassi la guardia". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali tra cui l'ANSA. "Abbiamo visto quel che è successo con Minsk 1 e 2: se Mosca ottiene il divieto di fornire aiuti militari all'Ucraina sarà libera di continuare perché gli ucraini non potranno difendersi da soli, quindi è chiaro che non può funzionare, non può essere l'accordo", spiega. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Ne parlano anche altri media

BRUXELLES. Al termine della riunione del Consiglio Affari Esteri, tenutosi alla vigilia dell’attesa telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin sulle sorti dell’Ucraina, è Kaja Kallas a riassumere l’umore prevalente tra i 27 capi delle diplomazie… (La Stampa)

E invece tra le cancellerie europee, dopo l’ok forzato al piano da 800 miliardi Rearm Europe spinto da Ursula von der Leyen, in molti ormai sembrano aver detto ‘basta’ alla deriva bellicista delle due leader di Bruxelles. (Il Fatto Quotidiano)

Il testo domani 19 marzo sarà sottoposto a un'ultima verifica dei Rappresentanti del Consiglio europeo (Open)

Italia, Francia e Spagna silurano il piano Kallas per l’Ucraina? “Le condizioni che hanno presentato i russi dimostrano che in realtà non vogliono la pace. Perché ciò che stanno presentando come condizioni sono tutti i loro obiettivi finali che volevano raggiungere la guerra”, ha avvertito l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, ieri prima della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin. (Start Magazine)

Se il piano ReArm Europe ha avuto via libera dai 27 leader e pure dall'Eurocamera, l'idea di mobilitare fino a 40 miliardi di euro in armamenti in una fase negoziale ieri si è ingolfata al Consiglio Esteri di Bruxelles: molti capidiplomazia hanno invocato cautela, visti i passi fatti dall'Amministrazione Usa per giungere a un piano di pace. (il Giornale)

Mentre ieri Donald Trump, con il solito exploit quotidiano, annunciava l’imminente telefonata con Vladimir Putin per «provare a porre fine al confitto», a Bruxelles si discuteva del cosiddetto «piano Kallas» (dal nome dell’Alta rappresentante per la politica estera Ue) che mira a raggruppare un maxi-finanziamento dei sostenitori di Kiev tra i 20 e i 40 miliardi di euro. (il manifesto)