La proposta UE di mobilitare i risparmi privati per finanziare il riarmo suona ambigua
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Sin da quando nel settembre scorso Mario Draghi ha presentato il suo Rapporto sulla competitività, commissionatogli un anno prima dalla Commissione europea, Bruxelles ha acceso i fari sulla necessità di mobilitare i risparmi privati per finanziare con risorse sufficienti alcuni dei suoi progetti di rilancio dell’economia. L’idea appare semplice: tendere all’unione dei capitali con l’abbattimento delle barriere interne ancora esistenti tra i 27 stati comunitari. (InvestireOggi.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Ruota intorno a questa premessa la Savings and Investments Union (Siu), l’Unione dei risparmi e degli investimenti, che punta a incentivare il risparmio dei cittadini in strumenti di mercato, a facilitare l’accesso ai capitali per le imprese, a rimuovere le barriere all’ integrazione dei mercati finanziari e a una vigilanza omogenea nella Ue. (Il Sole 24 ORE)
Una strategia che punta a trasformare i depositi bancari (oggi immobili e a basso rendimento) in motori della crescita. L’Unione del Risparmio e degli Investimenti, proposta dalla Commissione europea, vuole essere un tentativo di rianimare il sistema finanziario dell’Ue partendo dal basso: dai conti correnti delle famiglie. (QuiFinanza)
I capitali non mancano, ma non vengono investiti e, se lo si fa, non finiscono là dove dovrebbero. Per Mario Draghi sono 800 miliardi l’anno gli investimenti necessari per far ripartire l’Europa e una buona parte di questi potrebbe non essere a debito. (la Repubblica)
Nella settimana passata l’Unione Europea ha preannunciato un nuovo programma, denominato Savings and Investments Union, con lo scopo di dare una connotazione operativa a quello della Capital Markets Union, lanciato ben 11 anni fa e finora restato lettera morta. (ilmessaggero.it)
È questo il piano di Ursula: convogliare i miliardi di masse gestite dai fondi pensione che raccolgono i risparmi di centinaia di milioni di cittadini per la riconversione militare delle decotte industrie tedesche tramite nuove emissioni di Eurobond. (Nicola Porro)
E che non danno benefici né ai loro possessori né all'economia dell'eurozona. L'Ue vuole convincere gli europei a investire. (Today.it)