Truffa sui finanziamenti statali per 13,8 milioni di euro, 19 misure cautelari
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Per convincere il funzionario che doveva valutare la richiesta di finanziamento organizzavano se necessario una messinscena da film: capannone affittato ad hoc, cancelli riverniciati e insegne posizionate per l’occasione, personale pronto a recitare a beneficio dell’ispettore inviato a controllare lo stato della società che chiedeva di poter accedere ai fondi garantiti dallo Stato. E’ solo l’apice delle attività di quella che, in base a quanto accertato dalla guardia di finanza di Como, era un’associazione per delinquere creata per organizzare frodi ai danni dello Stato. (Espansione TV)
Su altre testate
Milano – Per un prestito di 6,7 milioni di fondi garantiti dallo Stato ottenuti da Banca Progetto tramite documentazione falsa sono in corso tre misure cautelari, di cui due arresti, in una indagine della procura di Brescia, parallela ad una della procura di Monza per la quale anche sono in corso di esecuzione provvedimenti, tra cui misure cautelari. (IL GIORNO)
Tre misure cautelari, di cui due arresti. L'ente riferisce di essere parte lesa e quindi non indagata. Il fratello di un pm antimafia coinvolto nell'inchiesta (Open)
Maxi frode ai danni dello Stato del valore di quasi 14 milioni di euro. Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Si tratterebbe del fratello di Paolo Savio, magistrato della procura nazionale antimafia e antiterrorismo. L'agente monomandatario di Banca Progetto, Marco Savio, è stato arrestato oggi nell'ambito di una doppia inchiesta delle procure di Monza e Brescia. (Adnkronos)
Per far credere alle banche che le aziende per le quali chiedevano finanziamenti avessero una vera operatività allestivano una specie di commedia, con falsi operai al lavoro e i cancelli di ingresso riverniciati in fretta. (Corriere Milano)
Il sistema era ben collaudato: si acquistavano società decotte intestate a prestanome, si falsificavano i bilanci e con documentazione fasulla si ottenevano finanziamenti pubblici che poi finivano nelle tasche degli indagati. (Nord Milano 24)