Il caso Yara, Stefano Nazzi: oltre gli errori, la verità è una sola

Il caso Yara, Stefano Nazzi: oltre gli errori, la verità è una sola
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L’indagine più lunga, costosa e complessa di sempre, fa ancora discutere, nonostante i tre gradi di giudizio, nonostante la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti, nonostante la prova regina del DNA. Le sbavature e gli errori degli inquirenti (tra imprudenze e atti gravissimi), l’arroccamento della difesa e dell’accusa e il ruolo esercitato dai media, tra innocentisti e colpevolisti, gettano ombre sulla verità processuale. (Donna Moderna)

Ne parlano anche altre testate

“Una serie dal titolo ‘Bossetti colpevole oltre ogni ragionevole dubbio’ l'avrebbero guardata in tre. Andrea Pezzotta è stato il legale di parte civile della mamma di Yara, Maura Panarese e ha guardato anche lui gli episodi della docuserie “Il caso Yara”, distribuita da Netflix. (L'HuffPost)

Una sentenza su cui, come ha ricordato Fanpage.it, è meglio non avere dubbi. (Fanpage.it)

Nella serie, secondo diversi critici, viene dato molto più spazio alla testimonianza di Bossetti e agli elementi scagionanti rispetto alle prove giudiziarie che hanno portato alla sentenza di condanna. (IL GIORNO)

«Il caso Yara» su Netflix e la strage di Erba (su cui potrebbe arrivare una serie tv): perché va di moda l'innocentismo complottista a misura di audience

La serie Netflix sul caso dell’omicidio di Yara Gambirasio sembra avere l’ambizione di smontare le tesi accusatorie che hanno portato alla condanna definitiva di Massimo Bossetti. (Fanpage.it)

La richiesta della difesa di Massimo Bossetti è stata ritenuta inammissibile. L'uomo è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della giovane ragazza di Brembate Sopra (AGI - Agenzia Italia)

Consiste nel lapidare il primo malcapitato che si trova a tiro, senza troppe prove che non siano l’odore del sangue e la brama di vendetta collettiva. Uno strumento popolare di catarsi, che ha molto a che fare con la figura individuata dall’antropologo René Girard, il capro espiatorio, che consente a tutti di sentirsi buoni e giusti e migliori, immolando sul rogo qualche agnello sacrificale. (Corriere della Sera)

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