Inflazione Usa rallenta, mercati europei in rialzo ma Milano frena

L'inflazione negli Stati Uniti ha subito una frenata a sorpresa nel mese di giugno, registrando un incremento annuo del 3%. Questo dato ha innescato una serie di prese di profitto sugli indici Usa che hanno registrato i maggiori guadagni nelle ultime settimane: l'S&P 500 ha perso lo 0,78% e il Nasdaq il 1,72%, a causa di vendite diffuse tra le big tech.

I rendimenti dei Treasury americani sono diminuiti significativamente dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione statunitense di giugno. Secondo quanto riportato dal Bureau of Labor Statistics, l'indice dei prezzi al consumo Usa è diminuito dello 0,1% su base mensile, dopo essere rimasto invariato a maggio. Gli analisti avevano previsto un rialzo dello 0,1%. Negli ultimi 12 mesi, l'inflazione si è attestata al 3%, in rallentamento rispetto al 3,3% di maggio.

Il calo dell'inflazione americana, superiore alle attese, ha alimentato l'ottimismo dei mercati sulla possibilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Le borse europee hanno chiuso in rialzo, ma l'indice Ftse Mib di Milano ha registrato un incremento minimo (+0,03%), frenato dalla debolezza del settore bancario. Nonostante l'ottimismo, la notizia non ha scaldato Wall Street: l'S&P 500, che veniva da sette sedute consecutive in rialzo e sei record consecutivi, ha registrato prese di profitto.

Le principali borse europee hanno registrato un cauto rialzo dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione Usa. L'indice dei prezzi al consumo è sceso al 3% a giugno, segnando una flessione maggiore rispetto alle attese degli economisti a 3,1%. Questo ha fatto crescere le aspettative degli analisti su un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre. L'Ibex 35 di Madrid è salito quasi dell'1%, il Cac 40 di Parigi ha segnato +0,74%, il Dax di Francoforte +0,67%, il Ftse 100 di Londra +0,37% mentre il Ftse Mib di Milano è rimasto debole e ha chiuso sulla parità, penalizzato dal settore bancario.

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