Strage di Marzabotto, 80 anni dopo

- Ottanta anni fa, tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, le colline di Monte Sole furono teatro di uno degli episodi più tragici della Seconda Guerra Mondiale in Italia. La furia nazista, con la complicità dei fascisti, si abbatté su Marzabotto e le sue frazioni, causando la morte di 770 persone, tra cui 217 bambini, 316 donne e 142 anziani. Questo massacro, noto come la Strage di Marzabotto, è rimasto impresso nella memoria collettiva degli italiani come simbolo di crudeltà e barbarie.

Oggi, a ottanta anni di distanza, la memoria di quei tragici eventi è ancora viva. A Monte Sole, luogo simbolo della strage, si sono riuniti il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e il Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank-Walter Steinmeier, per commemorare le vittime. La cerimonia, iniziata con una messa in suffragio dei caduti celebrata dal cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e delle scuole locali, impegnate a raccontare e tramandare la storia di quel tragico periodo.

La strage di Marzabotto non fu un episodio isolato, ma parte di una più ampia campagna di repressione condotta dalle truppe naziste contro la popolazione civile italiana, accusata di sostenere la Resistenza. Le testimonianze dei pochi sopravvissuti, che oggi si contano sulle dita di una mano, raccontano di famiglie intere sterminate, di bambini appena nati strappati alla vita, di lavoratori, donne e sacerdoti trucidati senza pietà. Questi racconti, seppur dolorosi, sono fondamentali per mantenere viva la memoria e per evitare che simili atrocità possano ripetersi in futuro.

La commemorazione di oggi non è solo un momento di ricordo, ma anche un'occasione per riflettere sull'importanza della pace e della convivenza tra i popoli. Le parole di Mattarella e Steinmeier, che hanno sottolineato la necessità di costruire un futuro basato sul dialogo e sulla cooperazione, risuonano come un monito per le generazioni future. La pace, come hanno ricordato i sopravvissuti di Monte Sole, è un processo lungo e difficile, che richiede impegno e dedizione.

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