Come il concordato preventivo biennale può aiutare le partite IVA

- Entro il 31 ottobre, 4,5 milioni di partite IVA dovranno decidere se aderire al concordato preventivo biennale, un'opzione che potrebbe rappresentare una svolta significativa per molti contribuenti. Questo strumento, introdotto dal Dl 118/2024, offre la possibilità di applicare un'imposta sostitutiva variabile sulla differenza tra il reddito concordato e il reddito del 2023. La nuova versione cloud del software per valutare la convenienza di aderire al concordato è stata aggiornata per riflettere queste modifiche.

Il concordato preventivo biennale mira a semplificare la gestione fiscale per le partite IVA, offrendo una maggiore visibilità sui ricavi futuri e sulle entrate una tantum. Tuttavia, la decisione di aderire non è priva di dubbi e incertezze. Molti contribuenti si chiedono se questa sia davvero la scelta migliore per loro, considerando gli oneri previsti dalla proposta di concordato rispetto a quelli calcolati sui redditi previsti.

Un aspetto interessante del concordato preventivo biennale è la possibilità di un ravvedimento speciale per gli anni dal 2018 al 2023. Questo emendamento al decreto Omnibus introduce una sanatoria per i redditi non dichiarati, con imposte ridotte. L'obiettivo è incentivare le adesioni al concordato, recuperando risorse per finanziare la manovra economica del governo. La nuova sanatoria potrebbe rappresentare una soluzione vantaggiosa per molti autonomi e partite IVA, offrendo una via d'uscita per regolarizzare la propria posizione fiscale.

Il concordato preventivo biennale non è solo una questione di numeri e imposte. Rappresenta anche un tentativo di instaurare una "pace fiscale" tra il Fisco e i contribuenti, creando un clima di maggiore fiducia e collaborazione. Tuttavia, resta da vedere se questa iniziativa riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati e a convincere un numero significativo di partite IVA ad aderire.

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