Il divieto di smartphone a scuola. Una misura necessaria o un ritorno al passato?

- Il nuovo anno scolastico ha portato con sé una novità significativa: il divieto dell'uso degli smartphone in classe, anche per scopi didattici. Questa decisione, sancita dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, ha suscitato un dibattito acceso tra educatori, genitori e studenti. La dirigente scolastica Alessandra Goffi ha annunciato che chi verrà sorpreso con il cellulare, anche spento, sarà escluso dai progetti scolastici e dalle gite.

Il divieto è stato introdotto con l'obiettivo di migliorare la concentrazione degli studenti e ridurre le distrazioni in classe. Tuttavia, non tutti sono d'accordo con questa misura. Alcuni esperti, come lo psicologo Matteo Lancini, sostengono che vietare l'uso degli smartphone non risolve i problemi legati alla dipendenza tecnologica e alla salute mentale dei giovani. Lancini critica la visione semplicistica che attribuisce la colpa dei problemi psicologici dei ragazzi all'uso degli smartphone, invitando a una riflessione più profonda sul ruolo degli adulti e sulle reali esigenze dei giovani.

Il pediatra citato nell'articolo sottolinea che il problema non è l'età, ma la "dose" di utilizzo degli smartphone e dei social media. Paragona l'uso della tecnologia a quello dei farmaci: se usati nella giusta misura, possono essere benefici, ma se assunti in eccesso, possono diventare dannosi. Questo punto di vista invita a considerare un approccio più equilibrato e consapevole nell'uso della tecnologia.

La proposta di vietare l'uso degli smartphone ai minori di 14 anni e l'apertura di profili social agli under 16, avanzata dal pedagogista Daniele Novara e dallo psicoterapeuta Alberto Pellai, ha trovato un ampio consenso. Tuttavia, resta da vedere se questa misura sarà efficace nel lungo termine o se si rivelerà un semplice palliativo.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo