Un secolo di trasmissioni radiofoniche in Italia

- Il 6 ottobre 1924, in Italia, andava in onda la prima trasmissione radiofonica, segnando l'inizio di un'era che avrebbe trasformato il modo di comunicare e intrattenere. La radio, spesso data per spacciata con l'avvento della televisione prima e di internet poi, ha saputo mantenere una sua centralità nel panorama mediatico, adattandosi e integrando le nuove tecnologie. Umberto Broccoli, storico autore della Rai, sottolinea come il segreto del successo della radio risieda nella capacità di stimolare la fantasia degli ascoltatori, rendendoli registi e scenografi di ciò che "vedono" attraverso le onde sonore.

La mostra "100 anni vicini e lontani", inaugurata oggi a Palazzo Dosi Delfini, celebra questo secolo d'oro della radio, ripercorrendo la sua evoluzione tecnologica e le storie che ha saputo raccontare. Attraverso le voci dei personaggi che l'hanno animata e le forme che ha preso nel tempo, la radio si presenta come una "vecchia signora" del sistema mediatico, capace di informare e intrattenere generazioni di italiani. La mostra, curata da Stefano Pozzovivo e organizzata dalla Fondazione Varrone, offre un viaggio nel tempo, mostrando come la radio abbia saputo adattarsi ai cambiamenti sociali e tecnologici, mantenendo intatto il suo fascino.

Alla fine del XIX secolo, scienziati come Heinrich Hertz scoprirono le onde elettromagnetiche, ponendo le basi per la trasmissione radiofonica. Negli Stati Uniti, già da qualche anno si sperimentava la narrazione sportiva attraverso la radio, mentre in Italia si dovette attendere fino al 1928 per le prime trasmissioni sportive. La radio di oggi, pur avendo a disposizione strumenti inimmaginabili allora, ha perso parte della libertà di usare l'immaginazione, ma il suo fascino resta intatto.

Difficile immaginare un mondo senza la radio: da semplice strumento di comunicazione, si è evoluta in un compagno fedele, intrattenitore e fonte di informazione per generazioni.

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