Attacco hacker in Libano, esplosione di cercapersone decima i vertici di Hezbollah

- Un attacco hacker attribuito a Israele ha causato l'esplosione simultanea di numerosi cercapersone appartenenti a miliziani di Hezbollah in Libano e Siria. L'evento ha provocato almeno otto morti e 2800 feriti tra i membri dell'organizzazione. Questo attacco rappresenta un nuovo capitolo nella guerra tecnologica tra Israele e Hezbollah, che si combatte su binari alternativi rispetto ai tradizionali raid aerei e sequestri.

Per comprendere la portata di questo attacco, è necessario analizzare il contesto in cui è avvenuto. Hezbollah, organizzazione paramilitare e politica libanese, ha adottato l'uso di cercapersone come soluzione low-tech per evitare lo spionaggio israeliano. I cellulari, infatti, sono considerati troppo vulnerabili agli attacchi informatici e alle intercettazioni. Tuttavia, l'attacco odierno dimostra che anche i dispositivi più semplici possono essere sfruttati per colpire duramente l'avversario.

L'attentato sventato contro Aviv Kochavi, ex capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano, ha probabilmente innescato la risposta israeliana. Se l'attentato avesse avuto successo, la guerra aperta tra Libano e Israele sarebbe scoppiata in poche ore. La decisione di Hezbollah di abbandonare i cellulari e affidarsi ai cercapersone risale a pochi mesi fa, quando il leader Hassan Nasrallah aveva chiesto ai membri del partito di distruggere i propri telefoni per evitare ulteriori perdite tra i comandanti.

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