La nuova commissione Ue e le carte di Meloni

La partita iniziata con le elezioni dell'8 e 9 giugno si sposta ora sul tavolo delle trattative per la distribuzione delle cariche ai vertici della Commissione, del Parlamento e del Consiglio Europeo. I nomi dei quattro candidati che potrebbero occupare i posti di vertice delle istituzioni europee sono già noti: Ursula von der Leyen alla Commissione, Antonio Costa (ex premier portoghese) al Consiglio europeo, Kaja Kallas (primo ministro dell'Estonia) come Alto rappresentante e la maltese Roberto Metsola al Parlamento.

Giorgia Meloni, citata da politico.eu, è un personaggio chiave in questa partita. Un alto funzionario Ue ha affermato: "Impossibile fare i conti senza di lei". Meloni chiede ai leader Ue di trattarla "con il rispetto che merita". Questa richiesta arriva dopo che Bloomberg ha attaccato duramente il premier all'indomani delle elezioni politiche del 2022. Ora, anche politico.ue si aggiunge all'elenco dei "convertiti" o "ravveduti".

Sophia Russack, ricercatrice al think-tank Center for European Policy Studies, ha espresso una duplice considerazione sul celebre sito di informazione progressista. Una è di natura tecnica e numerica, l'altra è di matrice puramente politica. Nell'Unione europea, la situazione è di tutti contro tutti. Meloni è furiosa per i veti contro Ecr. Orbán cerca di far saltare l'accordo per il bis di Ursula.

La settimana che sta per iniziare sarà decisiva per delineare la conformazione dei prossimi vertici dell’Unione Europea. Come da programma, il 27 e 28 giugno si riunirà il Consiglio Europeo. I leader dei 27 Paesi Ue saranno chiamati a decidere se accettare i nomi già sul tavolo, ossia Ursula von der Leyen per la Commissione Ue, Antonio Costa per il Consiglio Europeo e Kaja Kallas come Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, oppure se virare su qualche altra personalità capace di superare i veti incrociati che fin qui si sono scambiati i vari gruppi europei.

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