L'alluvione in Emilia-Romagna, tra disastri e polemiche politiche

- L'Emilia-Romagna è di nuovo in ginocchio a causa di un'alluvione che ha colpito la regione per la terza volta in poco più di un anno. Le stesse zone già devastate nel 2023, come Faenza e Forlì, sono state nuovamente sommerse dalle acque, causando oltre 1.000 sfollati e numerosi danni alle infrastrutture. La situazione è critica, con evacuazioni in corso e persone rifugiate sui tetti in attesa di soccorsi.

La storia di Silvia Dal Santerno, residente in una delle zone più a rischio di Faenza, è emblematica. Nel 2023, la sua casa era stata travolta dall'alluvione e lei si era rifugiata in solaio con i suoi gatti. Ora, un anno dopo, si trova di nuovo nella stessa situazione, con argini rotti e evacuazioni in corso. La sua testimonianza mette in luce la fragilità del territorio e l'incapacità delle autorità di prevenire tali disastri.

La polemica politica non si è fatta attendere. Da una parte, la Regione Emilia-Romagna accusa il governo centrale di non aver stanziato i fondi necessari per il dissesto idrogeologico. Dall'altra, il governo ribatte che la responsabilità è della Regione, che non avrebbe utilizzato i fondi già disponibili. Il piano da 4,5 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio sembra essere sparito nel nulla, mentre i cittadini continuano a subire le conseguenze di una gestione inefficace.

Le previsioni meteo indicano un lento miglioramento delle condizioni, con precipitazioni deboli attese sull'Appennino orientale. Tuttavia, la paura e i disagi per gli sfollati non sono destinati a terminare presto. La Protezione civile è in allerta e continua a monitorare la situazione, ma la sensazione di impotenza è palpabile.

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