Mistero sulla morte di Alex Marangon, possibile coinvolgimento dell'ayahuasca

Alex Marangon, un giovane barista veneziano di 26 anni, è stato trovato morto il 2 luglio in un isolotto sul fiume Piave. Le circostanze della sua morte sono ancora avvolte nel mistero, ma emergono sospetti sul possibile coinvolgimento dell'ayahuasca, una sostanza allucinogena utilizzata dagli sciamani del Sud America durante i loro rituali.

Marangon aveva partecipato a un raduno spirituale presso l'Abbazia Santa Bona di Vidor. L'evento, durato due giorni, era incentrato sulla "musica e medicina", con l'obiettivo di conoscere meglio gli sciamani del Sud America e le loro tradizioni. Durante il raduno, è stato utilizzato l'ayahuasca, una pianta allucinogena con funzioni curative, considerata sacra in Amazzonia ma vietata in Italia.

C'è il sospetto che Marangon fosse sotto l'effetto dell'ayahuasca quando si è allontanato dall'abbazia di Vidor. Secondo le prime indiscrezioni, Marangon potrebbe aver accusato un malore mentre nuotava nel Piave, per questo è affogato. La Procura di Treviso ha disposto l'autopsia e gli esami tossicologici per verificare la presenza della sostanza allucinogena nel suo organismo.

L'ayahuasca è una sostanza psichedelica utilizzata dagli sciamani con funzioni curative. Nonostante sia considerata una pianta curativa in Amazzonia, in Italia è vietata. L'uso di questa sostanza può provocare allucinazioni, che potrebbero aver giocato un ruolo nella tragica morte di Marangon.

Le risposte definitive sulle cause della morte di Alex Marangon potrebbero arrivare dall'autopsia disposta dalla Procura di Treviso. Nel frattempo, la comunità locale e la famiglia di Marangon attendono con ansia di sapere cosa sia realmente accaduto quella tragica notte.

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