Tensione in Medio Oriente, Iran e Israele sull'orlo del conflitto

- Con i recenti raid israeliani a Beirut e l'attacco missilistico dell'Iran, la situazione in Medio Oriente si fa sempre più critica. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sta valutando una risposta mirata, mentre l'Iran cerca di ristabilire la deterrenza. Giampiero Massolo, ex ambasciatore e attuale presidente di Mundys, ha espresso la sua opinione sulla questione, sottolineando che l'Iran non desidera una guerra globale e che Israele eviterà di colpire le centrali nucleari.

L'Iran ha lanciato più di 200 missili balistici contro Israele, mettendo in pericolo milioni di israeliani. Tuttavia, nonostante l'ansia generata da questo attacco, nessun israeliano è stato ucciso. Per oltre 45 minuti, ondate di missili balistici sono state viste sfrecciare nei cieli di Israele, con esplosioni udite in diversi luoghi. Gli intercettori della contraerea israeliana hanno abbattuto i missili balistici prima che potessero raggiungere le loro destinazioni.

Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha chiesto a Israele di non attaccare i giacimenti petroliferi iraniani. Con le elezioni presidenziali americane del 2024 sempre più vicine, tra i democratici si sta insinuando il sospetto che Netanyahu, con la sua campagna militare, stia cercando di interferire nelle elezioni americane per favorire Donald Trump. Biden ha frenato su eventuali raid di Israele sui siti nucleari e sui giacimenti di petrolio dell'Iran, ribadendo che la sua amministrazione ha aiutato Israele più di qualsiasi altra.

Da giorni, l'ipotesi di una guerra aperta tra Israele e Iran sembra una realtà normalizzata. Dopo la tanto attesa ritorsione missilistica iraniana del primo ottobre contro Tel Aviv, molti temono una tragica spirale bellica senza controllo. Alcuni irresponsabili bellicisti sperano che questa catena di eventi porti alla caduta della Repubblica Islamica e alla liberazione di oltre ottanta milioni di iraniani dalla dittatura religiosa. Tuttavia, Massolo insiste che una guerra totale si può ancora evitare in Medio Oriente, e che è necessario evitare atteggiamenti bellicosi e provocatori.

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