L'attacco israeliano a Gaza: tra vittime e leader di Hamas

L'ultimo attacco israeliano a Gaza ha provocato un'ondata di morti e distruzione. Il bombardamento, avvenuto il 13 luglio, ha colpito una "zona umanitaria sicura" precedentemente designata dall'esercito israeliano nell'area di Al Mawasi. Il bilancio è pesante: almeno 141 palestinesi sono stati uccisi.

Il premier israeliano Netanyahu ha ordinato l'attacco con l'intento di eliminare un leader di Hamas. Secondo quanto riferito dalla tv Canale 12, l'apparato di difesa israeliano è convinto che Mohammed Deif, capo militare di Hamas a Gaza, sia stato ucciso nel raid. Deif e Rafaa Salameh, comandante del Battaglione Khan Yunis di Hamas, erano presumibilmente nello stesso edificio al momento dell'attacco.

L'attacco ha avuto conseguenze devastanti. Oltre alle numerose vittime, l'edificio colpito ospitava anche donne e bambini. La notizia dell'attacco ha suscitato indignazione internazionale, alimentando ulteriormente le tensioni nella regione.

Nonostante le affermazioni israeliane, Hamas insiste sul fatto che Deif sia sopravvissuto all'attacco. Tuttavia, ha ammesso la morte di Salameh e di altri membri del movimento. La situazione rimane incerta e la tensione alta.

Mentre la comunità internazionale continua a monitorare la situazione, la questione rimane aperta. La morte di un leader di Hamas potrebbe avere ripercussioni significative sulla situazione in Medio Oriente. Nel frattempo, la popolazione di Gaza continua a soffrire le conseguenze di un conflitto che sembra non avere fine.

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