L'opposizione si unisce contro l'autonomia differenziata

L'opposizione politica e i sindacati in Italia si sono uniti venerdì 5 luglio, per depositare un referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata. Questa mossa è vista come un attacco diretto al diritto alla salute da parte del governo.

Il quesito del referendum chiede: «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione?».

Tra i firmatari del documento ci sono 34 sigle della società civile e politica che si schierano contro la riforma costituzionale del ministro Calderoli. Tra gli altri, CGIL, PD, M5S, AVS, Italia Viva hanno espresso il loro sostegno. Tuttavia, Azione di Calenda è assente, in disaccordo con il resto delle opposizioni.

Un sondaggio condotto da Fabrizio Masia per Emg-Different rivela che l'affluenza stimata è al 52 per cento. Questo significa che se oggi si andasse a votare per un ipotetico – ma molto probabile – referendum sull’autonomia differenziata il quorum sarebbe superato. Tuttavia, il numero legato all’affluenza va letto insieme alla differenziazione geografica: a votare andrebbero più elettori del Nord – che in media sono leggermente più favorevoli alla riforma – rispetto a quelli del Centro-Sud.

L'obiettivo di tutti i partecipanti è quello di superare lo scoglio del quorum, la soglia al di sotto della quale il risultato del voto sarebbe comunque annullato. Con il deposito del quesito referendario presso la Corte di Cassazione, si va verso un referendum sull'autonomia differenziata. Il futuro dell'autonomia in Italia rimane incerto, ma la resistenza è forte.

Ordina per: Data | Fonte | Titolo