Autovelox sotto accusa: la controversia italiana

La recente ordinanza della Corte di Cassazione ha scatenato una serie di eventi che hanno messo in discussione l'uso degli autovelox in Italia. Il modello T-EXSPEED v.2.0, in particolare, è stato sequestrato in diverse città, da Cosenza a Venezia, passando per Cerignola e Reggio Emilia.

La questione degli autovelox sequestrati è diventata di interesse nazionale. La Procura di Cosenza ha avviato un'indagine che ha portato al sequestro preventivo di numerosi autovelox in diverse città italiane. Tra queste, anche la provincia di Modena, dove il Tutor della Modena-Sassuolo a Formigine, ora temporaneamente spento, aveva emesso oltre 140mila sanzioni in soli due anni.

Il Codacons, un'associazione di consumatori, ha deciso di intervenire presentando un esposto alla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna e alle Corti delle altre 9 regioni dove erano installati gli apparecchi al centro dell'inchiesta. L'obiettivo è verificare possibili danni erariali per le casse pubbliche.

La questione dell'omologazione degli apparecchi per il controllo della velocità è un problema che si trascina da anni. Nonostante gli sforzi, il Ministero non è riuscito a trovare una soluzione definitiva. Questa situazione ha alimentato la frustrazione degli automobilisti italiani, che si sentono ingiustamente perseguitati dagli autovelox.

Nonostante l'ampia portata dell'inchiesta, alcuni comuni sono stati esclusi. Tra questi, San Martino in Pensilis, dove l'impianto gestito dalla società laBconsulenze non è stato coinvolto nel sequestro. L'amministrazione comunale Di Matteo ha confermato che l'inchiesta di Cosenza non ha riguardato il basso Molise.

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