Gli abitanti del quartiere Karrada a Baghdad esprimono la loro delusione, mentre l'Iraq celebra nella più grande discrezione i 20 anni dall'invasione americana e la caduta di Saddam Hussein, eventi che segnarono una successione di sanguinosi conflitti. "Considero la parola 'democrazia' come eretica, perché la maggior parte di noi - spiega Mohamed Abbas, ingegnere - non sa cos'è la democrazia. Per alcuni la democrazia è un mezzo per arrivare alla libertà e la utilizzano come pretesto per fare…
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A 20 anni dall’invasione Usa in Iraq, voci di delusione a Baghdad Alcuni residenti: "Speravamo di migliorare, niente è stato fatto" Baghdad, 20 mar. – Gli abitanti del quartiere Karrada a Baghdad esprimono la loro delusione, mentre l’Iraq celebra nella più grande discrezione i 20 anni dall’invasione americana e la caduta di Saddam Hussein, eventi che segnarono una successione di sanguinosi conflitti.
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Baghdad, 20 mar. Gli abitanti del quartiere Karrada a Baghdad esprimono la loro delusione, mentre l'Iraq celebra nella più grande discrezione i 20 anni dall'invasione americana e la caduta di Saddam Hussein, eventi che segnarono una successione di sanguinosi conflitti."Considero la parola 'democrazia' come eretica, perché la maggior parte di noi - spiega Mohamed Abbas, ingegnere - non sa cos'è la democrazia.
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La caduta di Saddam Hussein, avvenuta il 9 aprile 2003 con l'arrivo dei carri armati Usa nel centro di Baghdad, ha avuto molti effetti nella regione mediorientale. Il motivo è essenzialmente basato sul fatto che l'Iraq, senza più un solido governo al potere, si è trasformato in una potenziale polveriera. Il Paese, attraversato storicamente da forti tensioni settarie e da
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Sono passati venti anni da quando gli Stati Uniti hanno guidato l’invasione dell’Iraq e la situazione è purtroppo, per molti, drammatica. Circa 1,2 milioni di persone sono sfollate interne con un accesso limitato all'istruzione e all'assistenza sanitaria, e alcuni bambini sono costretti a lavorare per strada per sopravvivere. Donne e bambini: come vivono in Iraq oggi Molte persone hanno perso le loro case o temono di tornare nelle loro città d'origine, a causa delle continue tensioni e della presenza sul territorio di…
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Sono passati venti anni da quando gli Stati Uniti hanno guidato l’invasione dell’Iraq e la situazione è purtroppo, per molti, drammatica. Circa 1,2 milioni di persone sono sfollate interne con un accesso limitato all'istruzione e all'assistenza sanitaria, e alcuni bambini sono costretti a lavorare per strada per sopravvivere. Donne e bambini: come vivono in Iraq oggi Molte persone hanno perso le loro case o temono di tornare nelle loro città d'origine, a causa delle continue tensioni e della presenza sul territorio di…
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Mondo 20 Marzo 2023 L’arrivo di Xi Jinping a Mosca è la notizia del giorno, come indicano tanti media d’Occidente, che indulgono in analisi non particolarmente interessanti. Ci limitiamo a ribadire quanto scritto nella nota precedente, cioè che la visita inizia, non a caso, nel giorno anniversario dell’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti (e alleati), evento che ha segnato in maniera profonda la storia recente, dal momento che, al di là degli scopi della campagna militare, aveva un alto valore…
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A Baghdad erano le 5:34 del 20 marzo 2003 quando i primi bagliori nel cielo annunciarono l’inizio dell’operazione ‘Shock and Awe’, l’invasione dell’Iraq da parte della 'Coalizione di volenterosi' guidata dagli Stati Uniti. Lo scopo: destituire il dittatore Saddam Hussein. A volerlo l'allora presidente Usa George W. Bush. L'intervento fu motivato dal presunto sviluppo in Iraq di un arsenale di armi chimiche a dalla necessità di libertà degli iracheni.
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Nel ventesimo anniversario dell’invasione e della successiva occupazione dell’Iraq da parte di una coalizione guidata dagli Usa, Amnesty International ha rinnovato la richiesta di giustizia e piena riparazione per le gravissime violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate dagli Usa e dagli altri stati della coalizione. Tra il 2003 e il 2011 Amnesty International ha documentato il coinvolgimento degli Usa in attacchi indiscriminati che hanno ucciso e…
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Venti anni fa i bombardamenti americani su Baghdad davano il via a una svolta per l’Iraq, che avrebbe modificato gli equilibri regionali e internazionali. Per molti iracheni però, quel periodo sembra quasi dimenticato, e si muovono tra disillusione e desiderio di formare una società più moderna e aperta verso l’esterno. Nel caotico centro storico di Baghdad c’è Mutanabbi street, la via dei librai, chiusa al traffico, dove il rumore della città si spegne improvvisamente.
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“My fellow citizens, events in Iraq have now reached the final days of decision“. Così iniziò, nel marzo del 2003, il discorso alla nazione George Walker Bush, 43º presidente degli Stati Uniti d’America, concedendo a Saddam Hussein un ultimatum di 48 ore per lasciare il potere in Iraq. Qualche mese prima il dittatore venne accusato davanti alle Nazioni Unite di possedere armi di distruzione di massa; per sapere se sia vero, possiamo solo…
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Vent’anni fa la guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. L’anniversario viene ricordato in vario modo. C’è una pagina, ormai non più cronaca ma storia, che racconta come quella guerra poteva essere evitata, un’iniziativa politica, promossa da Marco Pannella, che non si volle perseguire. Altra, la volontà che prevalse, con risultati che ancora oggi si pagano. Dunque, il 20 marzo del 2003 gli Stati Uniti (il presidente in carica è George W.
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«Li ho trovati. Ci aspettano domani». Come sempre laconico, il messaggio di Andraus, lo stringer cristiano caldeo che ci guidava nei meandri della guerra, arrivò puntuale. L’invasione dell’Iraq era iniziata il 20 marzo del 2003 e la stessa Bagdad era stata conquistata neanche un mese dopo, il 15 aprile. Bagdad era ridotta a uno scheletro spolpato dalla violenza. La popolazione era smarrita. Lunghe file di uomini e donne attendevano di ricevere i 20 dollari che la nuova Autorità della…
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Il 20 marzo del 2003 inizia la Seconda guerra del Golfo: una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti entra in Iraq. Obiettivo principale dell'invasione era la deposizione di Saddam Hussein, al potere dal 1979, accusato di essere fiancheggiatore dei terroristi islamici responsabili degli attacchi dell’11 settembre 2001 a New York e di detenere armi di distruzione di massa (mai effettivamente trovate).
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Poche settimane prima, il 5 febbraio, parlando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il segretario di Stato USA Colin Powell - morto di COVID a 84 anni nel 2021 - aveva pronunciato l’ormai celebre discorso dell’antrace. Ritenuto uno dei più moderati consiglieri del presidente Bush, Powell aveva accusato l’Iraq di possedere armi batteriologiche e mostrato, con un gesto teatrale, una fiala in cui era contenuta una polvere bianca.
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Stampa Il 20 marzo 2023 segna il ventesimo anniversario dell’invasione americana dell’Iraq. La caduta del regime di Saddam Hussein, plasticamente rappresentata dall’abbattimento della sua gigantesca statua, la liquidazione del Partito Baath e delle Forze Armate, la messa al bando dei vecchi elementi per fare posto all’embrione della democrazia, l’irruzione dei Contractors, i moderni mercenari divenuti onnipresenti in qualsiasi conflitto che si rispetti.
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Il 19 marzo a Washington - in diretta mondiale si videro i primi bagliori sulla skyline di Baghdad e il Pentagono annunciò operazione Shock and Awe (Colpisci e terrorizza), sembrava l’inizio di una nuova travolgente guerra dell’Occidente sotto la guida americana dopo l’attacco all’Afghanistan di un anno e mezzo prima, sull’onda dell’11 settembre. L’impulso della Guerra al terrorismo dichiarata da George W.
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Guerra in Iraq, 20 anni dopo: che cosa resta del pacifismo che invase le piazze del mondo nel 2003 di Enrico Franceschini Il 15 febbraio milioni di persone marciarono per chiedere ai governanti di scongiurare il conflitto che incombeva. Solo alcuni governi condivisero le istanze dei manifestanti
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Vent'anni dopo l'inizio della guerra americana in Iraq "molte delle aspettative" sul cambio di regime a Baghdad "sono andate deluse, ma gli iracheni sono comunque riusciti a edificare una delle poche democrazie funzionanti nella regione". L'ambasciatore italiano a Baghdad, Maurizio Greganti, traccia "un quadro di luci e ombre" alla vigilia del 20mo anniversario della guerra lanciata da George W.Bush per mettere fine al regime "brutale e…
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All’alba del 20 marzo 2003, la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti invade l’Iraq. Inizia così la Seconda Guerra del Golfo, un intervento giustificato come "guerra preventiva" ed "esportazione della democrazia". Saddam Hussein era accusato di possedere armi di distruzione di massa e di nascondere militanti di al-Qaida. Secondo le parole di George W. Bush, la missione militare "Iraqi Freedom" avrebbe combattuto il terrorismo, difeso il mondo da un serio pericolo, esportato libertà, prosperità e…
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Di Andrea Nicastro Ritorno a Bagdad nell’anniversario dell’attacco al regime di Saddam Hussein: «Non lo amavamo di certo, ma quanto è successo ci ha portato a rimpiangere tante cose» Dal nostro inviato BAGDAD — Bagdad è radiosa in questi giorni, l’aria ripulita dagli acquazzoni non troppo calda. Nel venerdì di festa è bello attraversare il Tigri su barchette a motore, andare nella città vecchia, bere succo di melograno, curiosare tra i libri di via Al Mutanabbi.
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Iraq 20 anni dopo: la guerra che cambiò il Regno Unito e segnò la fine di Blair di Enrico Franceschini Le bugie sull'Iraq diventarono sinonimo di un modo di fare politica spregiudicato, mettendo in crisi l'immagine di un leader che non sbagliava mai una mossa
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Segui Tag24 anche sui social Venti anni dopo l’inizio della guerra l’Iraq è ancora alle prese con diversi problemi. Ecco le tappe che dal 2003 a oggi ha segnato la storia dello stato mediorientale. Venti anni di guerra in Iraq Il 20 marzo 2003 iniziò l’invasione dell’Iraq che avrebbe portato alla caduta di Saddam Hussein qualche settimana dopo. Da allora diversi leader iracheni hanno cercato di disegnare nel loro paese un percorso democratico senza alcun successo e le speranze hanno lasciato…
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Nemmeno il tempo di finire la prima domanda e l'intervistato interrompe l'intervista. "Tu dici che sono passati vent'anni dall'invasione americana, ma io non sono d'accordo con questo termine: invasione. Preferisco parlare di liberazione". Siamo seduti nella hall di un albergo di Baghdad, l'interlocutore è un politico iracheno che lavora alla Commissione Sicurezza e Difesa del Parlamento ma non vuole vedere il suo nome pubblicato "perché alcuni argomenti…
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11 ottobre: A poco più di un anno dagli attacchi terroristici alle Torri Gemelle e al Pentagono, il presidente statunitense George W. Bush prosegue nella costruzione della narrazione di guerra: chiede e ottiene dal Congresso l’autorizzazione all’uso della forza al fine di “difendere la sicurezza nazionale degli Usa contro la minaccia posta dall’Iraq”. 8 novembre: Gli Stati uniti ottengono dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite l’approvazione della risoluzione 1441 con cui si chiede al governo…
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Il 20 marzo 2003, esattamente 20 anni fa, gli Stati Uniti spalleggiati da Gran Bretagna, Australia e Polonia e supportati anche dall’Italia, invasero l’Iraq scatenando la seconda guerra del Golfo (la prima risale al 1990-1991). A differenza del permanente conflitto in Ucraina, che vede vede pure direttamente o indirettamente impegnate grandi potenze, fu un’operazione bellica di breve durata. Troppo netta la differenza fra le forze militari in campo.
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"Gli americani hanno cambiato il regime in Iraq, ma non ne hanno protetto la popolazione", gli iracheni "non hanno mai sperimentato la democrazia" dal 2003, gli Stati Uniti hanno "spalancato le porte agli iraniani" e oggi in Iraq, 20 anni dopo l'avvio delle operazioni Usa, "l'Iran ha un peso politico ingiustificato". Raid Michael, iracheno della comunità siro cattolica, parla con l'Adnkronos da Erbil, nel Kurdistan iracheno
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