Flat tax incrementale, una nuova strategia per il concordato preventivo

Il concordato preventivo, un meccanismo di rapporto tra il Fisco e le partite Iva soggette agli Isa (gli indici di affidabilità fiscale), rischia di non avere il successo sperato. Per rendere più appetibile questo sistema, la maggioranza sta considerando l'introduzione di una flat tax incrementale. Questa mossa è vista come fondamentale per garantire il gettito necessario a finanziare il taglio delle aliquote Irpef e l'attuazione della riforma tributaria ideata dal viceministro dell'Economia, Maurizio Leo.

Per evitare il rischio di un flop del concordato preventivo, la maggioranza sta considerando l'introduzione di una flat tax incrementale. Questa misura è vista come un modo per rendere più appetibile il nuovo sistema di rapporti tra il Fisco e le partite Iva soggette agli Isa.

Il concordato preventivo biennale si fa più generoso. Il governo, nel tentativo di recuperare fondi per la manovra, è pronto a concedere un nuovo incentivo. Questo aiuto arriva dal Parlamento, con il parere favorevole della commissione Finanze del Senato al decreto legislativo sull’adempimento collaborativo.

È stato approvato dalla commissione Finanze del Senato il parere favorevole ai correttivi alla delega fiscale in materia di adempimento collaborativo e semplificazione degli adempimenti tributari. Tra le condizioni poste al provvedimento, spicca l'introduzione della flat tax incrementale per chi aderisce al concordato biennale preventivo. Inoltre, è previsto il rinvio del versamento dell'acconto all'anno successivo con rateizzazioni e l'estensione da 30 a 60 giorni, a partire dal 1° gennaio 2025, del termine per il versamento delle somme richieste a seguito del controllo delle dichiarazioni.

Nonostante le misure adottate, il concordato preventivo biennale rischia di non avere il successo sperato. Questo strumento, su cui il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo basa tutta la politica sulla lotta all’evasione, potrebbe non essere sufficientemente efficace. I tecnici del Mef hanno capito che, pur essendo già molto larghe le maglie del patto fiscale con i contribuenti, il concordato potrebbe non avere l'effetto desiderato. Di conseguenza, il governo sta studiando nuove strategie per incentivare l'adesione al concordato.

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