Autonomia regionale, Tajani e il commercio internazionale

- Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha espresso riserve significative riguardo alla concessione di poteri alle regioni in materia di commercio internazionale. Pur ribadendo il sostegno del governo all'autonomia regionale, Tajani ha sottolineato che questa deve essere applicata in modo tale da garantire benefici a tutti i cittadini italiani. In una lettera indirizzata al ministro Calderoli, responsabile del commercio internazionale, Tajani ha evidenziato che il commercio internazionale rappresenta il 40% del PIL italiano, con un giro d'affari di 626 miliardi di euro, e che non può essere devoluto alle regioni, evitando così la frammentazione in venti politiche commerciali diverse.

Il dibattito sull'autonomia regionale si è intensificato, con quattro regioni del Nord - Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria - che hanno richiesto la gestione diretta di un numero variabile di materie. Queste regioni, infatti, hanno chiesto di poter procedere con la gestione diretta di un numero di materie che varia dalle nove del Veneto alle sei di Liguria e Piemonte. Tali materie non necessitano dei Livelli essenziali di assistenza (Lep), che saranno definiti solo tra due anni.

Il percorso dell'autonomia regionale, quindi, si semplifica e si complica allo stesso tempo. Da un lato, la richiesta delle regioni del Nord di gestire direttamente alcune materie potrebbe facilitare il processo; dall'altro, la mancanza dei Lep e le riserve espresse da Tajani sul commercio internazionale complicano ulteriormente la situazione. Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha criticato i ritardi nella definizione dei Lep, definendoli "gravissimi", mentre Zaia, presidente del Veneto, ha ribadito che l'autonomia non è uno strumento per dividere l'Italia.

Il Partito Democratico veneto ha accusato Zaia di arroganza per non aver coinvolto l'assemblea legislativa nella discussione sull'autonomia.

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