Aggressione a Milano Centrale. La sicurezza in stazione sotto accusa

- Giovedì scorso, un giovane studente pugliese è stato brutalmente aggredito e derubato nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Simone L., diciannovenne, era appena sceso da un treno Intercity proveniente da Bari e si stava dirigendo verso la metropolitana per raggiungere il Politecnico di Milano, dove avrebbe sostenuto il test di ammissione per le Professioni sanitarie. Nonostante l'aggressione, il giovane è riuscito a superare l'esame e inizierà i suoi studi a ottobre.

L'episodio ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza nella stazione, un nodo cruciale per il trasporto pubblico milanese. Gli aggressori, tre cittadini marocchini, sono stati arrestati e rimarranno in carcere, come disposto dal giudice per le indagini preliminari Lorenza Pasquinelli. La custodia cautelare è stata motivata dal pericolo di fuga e dalla possibilità di reiterazione del reato, vista la "violenza esercitata" e la "personalità criminale non irrilevante" dei fermati.

La vicenda ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle stazioni ferroviarie italiane, spesso teatro di episodi di criminalità. La Stazione Centrale di Milano, in particolare, è un punto nevralgico per il traffico ferroviario e metropolitano, ma anche un luogo dove si concentrano fenomeni di degrado e microcriminalità. Le autorità locali sono chiamate a rafforzare i controlli e a garantire la sicurezza dei viaggiatori, soprattutto in aree sensibili come i sottopassi e le banchine.

L'aggressione a Simone L. non è un caso isolato. Negli ultimi anni, episodi simili si sono verificati in diverse stazioni italiane, sollevando interrogativi sulla capacità delle forze dell'ordine di prevenire e contrastare tali fenomeni. La presenza di immigrati irregolari e di persone senza fissa dimora contribuisce a creare un clima di insicurezza, alimentando paure e tensioni sociali.

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