Genitori condannati per mancata educazione del figlio violentatore

Nel marzo del 2015, un ragazzo minorenne ha commesso un atto di violenza sessuale nei confronti di una compagna di classe, anch'essa minorenne, all'interno dello sgabuzzino del liceo che entrambi frequentavano a Siena. Questo evento ha causato profonde ferite psicologiche alla vittima, che solo ora stanno iniziando a rimarginarsi.

Nel 2022, il tribunale dei minorenni di Firenze ha emesso una sentenza penale che riconosceva la responsabilità del ragazzo per violenza sessuale aggravata. Questa sentenza, tuttavia, non è ancora definitiva.

Successivamente, i genitori del ragazzo sono stati citati in una causa civile per "culpa in educando", un principio giuridico che si riferisce alla responsabilità dei genitori per non aver insegnato al figlio i principi fondamentali di rispetto per le persone. Al contrario, il ragazzo ha dimostrato di aver appreso l'uso della violenza e della prevaricazione.

Nel giugno del 2023, il giudice Massimo Maione Mannamo ha emesso una sentenza civile che quantifica il danno subito dalla vittima. I genitori del ragazzo sono stati condannati a risarcire la vittima con una somma di 27mila euro. Questa sentenza si basa sull'articolo 2048 del codice civile italiano, che stabilisce la responsabilità dei genitori per il danno causato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati.

La sentenza ha suscitato diverse reazioni. Il ministro Valditara ha definito il verdetto come giusto, sottolineando l'importanza dell'educazione nel prevenire comportamenti violenti. D'altra parte, la sentenza ha sollevato interrogativi sulla responsabilità genitoriale e sul ruolo dell'educazione nella formazione del carattere di un individuo.

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