Dal Sea boulevard non si vede il «raggio verde»: quel lampo di magia che solo chi è mite di cuore può percepire quando il sole si spegne nel mare. Sulle rive del Caspio s’innalzano altri bagliori: i pennacchi dei pozzi di metano e passeggiando lungo quei 20 chilometri che celebrano la potenza di Baku si avverte «profumo» di greggio. Sono andati in Azerbaigian ad annunciare per la ventinovesima volta la fine del mondo per l’eccesso di CO²
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C'è chi ha parlato di "ospite maleducato", lasciando intendere che l'Azerbaigian esportatore di gas e petrolio ha fatto poco o nulla per favorire un'intesa tra i quasi duecento Paesi partecipanti alla Cop29 di Baku. C'è chi era sicuro del flop del vertice, perché la freschissima elezione di Donald Trump alla Casa Bianca con le sue politiche negazioniste sul clima era apparsa a tutti come un segnale di disimpegno.
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"Ho una visione positiva dei lavori che si sono svolti e del testo finale che ne è uscito. Prima di tutto questa è stata la prima COP legata alla finanza green; quindi, a come finanziare il climate change, questa era la grande novità e la mia paura iniziale era che non si riuscisse ad arrivare ad un documento finale comune”. Lo ha detto Benedetta Brighenti, Climate Pact Ambassador della Commissione europea e Direttrice Generale RENAEL.
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Si è appena conclusa la COP29, conference of the Parties, a Baku ove tra i vari temi si sono discusse le richieste economiche che i Paesi ritenuti responsabili dei cambiamenti climatici dovrebbero versare ai Paesi poveri del mondo che di questi cambiamenti climatici starebbero subendo gli effetti. Le cifre in discussione sono importanti: la richiesta complessiva era di 1300 miliardi di dollari all’anno ma alla fine l’accordo, che sembra aver scontentato tutti, prevede 300 miliardi di dollari all’anno.
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Nel fine settimana appena trascorso si è conclusa a Baku, capitale dell’Azerbaigian, la 29ª Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP29). L’evento ha visto la partecipazione di rappresentanti di quasi 200 paesi, impegnati a discutere soluzioni globali per affrontare la crisi climatica e accelerare la transizione verso un futuro sostenibile. Un nuovo obiettivo finanziario per il clima Uno dei risultati più significativi della COP29 è stato…
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I paesi ricchi assumeranno un ruolo guida nel reperire 300 miliardi di dollari all'anno di finanziamenti per il clima da destinare ai paesi poveri, ma la cifra è giudicata insufficiente da molti osservatori
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Nella notte tra sabato 23 e domenica 24 novembre si è conclusa la Cop29, con qualche giorno di ritardo e dopo due settimane di trattative, che sembravano sul punto di fallire. Alla fine l’accordo è stato raggiunto: gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo contro il cambiamento climatico passano dagli attuali 100 miliardi all’anno fino a 300 miliardi all’anno nel 2035, con l’obiettivo di aiutare le nazioni povere a far fronte alle devastazioni del…
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Il nuovo mercato globale delle emissioni di carbonio prende forma tra luci e ombre. Dopo quasi dieci anni di discussioni, la Cop sul clima di Baku, in Azerbaigian, ha approvato le regole previste nell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi del 2015. Si prevedono meccanismi di cooperazione internazionale per raggiungere i target climatici e si ridisegna il sistema di scambi nel quale un credito di carbonio equivale a una tonnellata di CO2 ridotta, evitata o sequestrata dall’atmosfera.
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Tre giorni fa si è chiusa la Cop 29 dopo una estenuante trattativa focalizzata principalmente su un argomento: i soldi, tanti soldi. Il compromesso è stato trovato sulla cifra di 300 miliardi di dollari che, entro il 2035, i paesi più sviluppati dovrebbero devolvere a quelli in via di sviluppo (che ne chiedevano molti, molti di più). Ma si tratta di miliardi solo virtuali, spuntati fuori da una trattativa con aspetti decisamente paradossali.
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Le discussioni della COP29 hanno comunque trasmesso un segnale favorevole, nonostante l'ambientalismo d'ordinanza l'abbia bollato d'insoddisfacente greenwashing su scala Paese. E l'accordo sulle regole di commercio globale dei crediti di carbonio apre un nuovo mercato
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ROMA – La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29), che si è conclusa lo scorso fine settimana, non è riuscita a fare progressi sufficienti per mantenere le temperature globali a 1,5 gradi Celsius ed evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico. La Conferenza si è conclusa con un obiettivo di finanza globale per il clima che i Paesi in via di sviluppo hanno ritenuto inadeguato per consentire loro di affrontare il cambiamento…
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Si è conclusa con risultati incoraggianti la ventinovesima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop29), un appuntamento cruciale per il futuro del pianeta. A Baku si sono riuniti rappresentanti di oltre 190 paesi, esperti climatici, ONG e attivisti, impegnati a definire insieme soluzioni concrete per contrastare il riscaldamento globale. La Cop29 è stata caratterizzata da un duplice obiettivo: consolidare gli obiettivi…
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Riproponiamo il testo di Flavio Natale della Redazione Asvis, il cui Comitato scientifico è presieduto dal professore Enrico Giovannini, pubblicato sul sito Asvis l'13 novembre 2024 In questi... Leggi tutta la notizia
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L’annuale conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP) da poco conclusasi a Baku non è certo iniziata sotto i migliori auspici, con il neoeletto presidente Donald Trump che in campagna elettorale si è pubblicamente impegnato a ritirare l’adesione degli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi, il trattato che vincola i suoi firmatari affinché agiscano per combattere i cambiamenti climatici.
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La COP29, la ventinovesima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, prospetta un accordo che traccia la strada per il futuro della lotta al cambiamento climatico. Analizziamo alcuni punti chiave emersi durante il vertice, evidenziando i passi avanti compiuti e le sfide ancora da affrontare. Obiettivo di emissioni Net-Zero entro il 2050 Uno dei pilastri dell’accordo è il rinnovato impegno globale a raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050.
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«Ai leader del Nord chiedo: ci tenderete la mano o ci tradirete?». Alla vigilia della maratona conclusiva, la quinta più lunga nella storia delle Cop, l’attivista ugandese Vanesse Nakate aveva rivolto questa domanda cruciale. Per due settimane, i 197 Paesi più l’Ue, riuniti a Baku per la 29esima Conferenza Onu sul clima, hanno negoziato di fronte a tale bivio. Alla fine, con oltre trentadue ore di ritardo sulla tabella di marcia e lo spettro del flop incombente, hanno imboccato la seconda via.
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Frustrazione e avvilimento. Si può riassumere così la reazione dei negoziatori africani all’accordo firmato alla Conferenza delle Nazioni Unite per il clima Cop29 la notte scorsa a Baku, in Azerbaigian. Ali Mohamed, inviato del presidente del Kenya William Ruto e portavoce del gruppo africano alla Conferenza, con laconico un post su X spiega che l’Africa esce a mani vuote, relativamente agli obiettivi per la mitigazione, l’adattamento e la gestione delle perdite e dei danni inflitti dalla crisi climatica, mentre i…
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La COP29, svoltasi a Baku, Azerbaijan, si è conclusa con un importante accordo sulla finanza climatica, segnando un passo avanti nella lotta globale contro i cambiamenti climatici. Dopo due settimane di negoziati intensi, i quasi 200 Paesi partecipanti hanno deciso di triplicare i finanziamenti per il clima ai Paesi in via di sviluppo, portandoli da 100 a 300 miliardi di dollari annui entro il 2035.
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L'uscita degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi potrebbe più che dimezzare gli aiuti per il clima ai paesi in via di sviluppo decisi dalla Cop29 di Baku: senza gli Usa, mancherebbero 184 dei 300 miliardi di dollari all'anno dal 2035 fissati come obiettivo globale di finanza climatica. E' il calcolo che hanno fatto gli esperti del think tank Italian Climate Network (Icn), in uno studio pubblicato sul loro sito.
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Mentre ancora si stava per chiudere la COP 29 (Conference of Parties) sulla lotta al cambiamento climatico a Baku (Azerbaigian), tenutasi dall’11 al 22 novembre, è apparso chiaro quel che molti si aspettavano prima ancora che la conferenza si aprisse: ovvero un sostanziale nulla di fatto sul fronte della riduzione delle emissioni di anidride carbonica e pochi passi avanti in tema di giustizia climatica
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La COP29, la Conferenza delle Parti sui Cambiamenti climatici terminata nelle prime ore di domenica 24 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian, si è chiusa con un accordo economico ritenuto insoddisfacente dai Paesi in via di Sviluppo, ma almeno non con un nulla di fatto. I Paesi industrializzati dovranno destinare almeno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035 a quelli in Via di Sviluppo, per supportare i loro tentativi di far fronte ai cambiamenti climatici.
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