Stellantis, salari da fame e carichi di lavoro eccessivi

- Nello stabilimento Stellantis di Cassino, l'amarezza tra gli operai è palpabile. Le tute rosse, simbolo di una classe operaia che ha sempre lottato per i propri diritti, si trovano ora a fronteggiare una situazione critica. I carichi di lavoro sono diventati insostenibili, le buste paga sono state decurtate dagli ammortizzatori sociali e l'incertezza sul futuro regna sovrana. In questo contesto, anche i sindacati, che in passato avevano firmato accordi ora ritenuti fallimentari, non sono esenti da critiche. La mobilitazione del 18 ottobre, indetta da Fim, Fiom e Uilm, rappresenta un tentativo di riscatto, ma il sentimento prevalente tra gli operai è di scetticismo.

La conferenza stampa tenutasi questa mattina all'ingresso B dello stabilimento di Melfi ha visto la partecipazione dei rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm Basilicata. L'obiettivo è chiaro: coinvolgere tutti i lavoratori del settore automotive affinché lo sciopero del 18 ottobre sia massiccio e imponente. La situazione del settore automotive in Italia e in Europa è sempre più critica e, in assenza di una netta inversione di direzione, si rischiano effetti industriali e occupazionali senza precedenti.

Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom con delega all’automotive, ha sottolineato come il piano industriale di Stellantis sia fallimentare. La decisione di indire uno sciopero unitario, dopo anni di divisioni sugli aspetti contrattuali, dimostra la gravità della situazione. Le ragioni dello sciopero sono evidenti: carichi di lavoro eccessivi, salari inadeguati e un futuro incerto. La partecipazione allo sciopero del 18 ottobre sarà un banco di prova per la capacità dei sindacati di mobilitare i lavoratori e di ottenere risultati concreti.

La situazione nello stabilimento Stellantis di Cassino è emblematica di una crisi più ampia che coinvolge l'intero settore automotive.

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