Caos ferroviario a Roma, le scuse di Strisciuglio e le prime conseguenze

- Il blocco del traffico ferroviario, verificatosi il 2 ottobre nei pressi di Roma Termini, ha causato disagi enormi, con oltre cento treni cancellati e ritardi fino a quattro ore. Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), ha chiesto scusa per l'accaduto, sottolineando che i responsabili pagheranno per i danni causati. L'incidente è stato provocato da un chiodo piantato in un cavo collegato alla centrale operativa di Termini, che ha mandato in tilt una cabina elettrica, bloccando la circolazione dei treni.

Il Ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, ha sospeso immediatamente qualsiasi attività tra RFI e la ditta intervenuta sulla tratta ferroviaria Parco Prenestino - Roma Termini, dove si è verificato il danno. Salvini, finito nel mirino degli utenti delle ferrovie e delle opposizioni, ha dichiarato di aver preso i nomi e i codici fiscali di chi ha lavorato male, promettendo provvedimenti.

La catena di anomalie che ha portato al blocco del traffico ferroviario è stata lunga e complessa. Il chiodo piantato dove non avrebbe dovuto ha colpito direttamente un cavo, ma l'allarme non è mai partito. Questo ha causato il tilt della cabina elettrica, che ha bloccato la circolazione dei treni, paralizzando l'Italia. Le prime teste sono cadute (metaforicamente) per il "mercoledì nero" dei treni a Roma, con RFI che ha già sospeso il contratto con la società responsabile del danno.

La situazione ha sollevato molte preoccupazioni e interrogativi sulla gestione della rete ferroviaria e sulla sicurezza delle infrastrutture. Le scuse di Strisciuglio sono state doverose, ma non sufficienti a placare l'indignazione degli utenti e delle opposizioni. La promessa di provvedimenti e la sospensione del contratto con la ditta responsabile sono solo i primi passi verso una soluzione che dovrà essere trovata al più presto per evitare il ripetersi di simili disastri.

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