La radio compie 100 anni

- La radio, invenzione che ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, celebra il suo centenario. Era il 6 ottobre 1924 quando, in una sera d'autunno, l'Italia ascoltava per la prima volta una trasmissione radiofonica via etere. L'annuncio, proveniente dalla stazione di Roma dell'Unione Radiofonica Italiana (URI), segnava l'inizio di un'era: "Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d'onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924".

La radio, con la sua capacità di diffondere la voce umana, ha creato un filo invisibile che ha unito persone di ogni estrazione sociale e geografica. Da Federica, che ascolta dal suo frutteto e balla, a Vittorio, che telefona da Palermo e parte per voli pindarici; da Francesco, che chiama da Arona mentre griglia, a Roberto, che ascolta dal muletto durante il turno; da Franco, che segue dal peschereccio Savonarola nel Golfo del Tigullio, a Leandro, che cena a Varese con sua moglie; da Vito, non vedente e poeta a Matera, a Michele, che chiama e fa il punto.

La radio, nata dal sogno di Marconi, ha attraversato un secolo di storia, evolvendosi e adattandosi ai cambiamenti tecnologici e sociali. Le celebrazioni per il centenario, che si sono tenute in Senato e in Rai, testimoniano l'importanza di questo mezzo di comunicazione, che continua a svolgere un ruolo fondamentale nelle nostre vite.

Il docufilm "Nato il sei ottobre", ideato da Pupi Avati su suggerimento dell'ad della Rai Roberto Sergio, racconta la nascita della radio in modo surreale e onirico.

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