Beirut, città aperta in un paese senza pace

- A Beirut, capitale del Libano, è difficile distinguere dove inizi la crisi attuale e dove finiscano quelle precedenti. La città, segnata da decenni di conflitti interni, dall'occupazione israeliana e dalla devastante esplosione del 2020 nel porto, porta ancora i segni di queste lotte. La situazione è ulteriormente peggiorata nelle ultime settimane con l'intensificarsi dei combattimenti, rendendo la vita quotidiana dei cittadini sempre più insostenibile.

I palazzi della capitale, con le loro facciate crivellate di colpi, raccontano una storia di sofferenza e resistenza. Le notti sono scandite dai bombardamenti, che colpiscono spesso nel tardo pomeriggio e in piena notte, tra le 23 e le 4. I boom sonici degli aerei e il ronzio incessante dei droni riempiono i cieli, creando un'atmosfera di costante tensione e paura. Matteo Crosetti, coordinatore regionale per il Medio Oriente, descrive una situazione drammatica: "Siamo stanchi e preoccupati, non riusciamo più a dormire".

Nel sud di Beirut, la situazione è particolarmente critica. Hezbollah ha imposto un veto alla stampa internazionale, rendendo difficile documentare le conseguenze dei bombardamenti israeliani. Tuttavia, le testimonianze raccolte parlano di una notte di terrore, con l'aviazione di Tel Aviv che ha colpito pesantemente, utilizzando le stesse bombe sganciate per uccidere Nasrallah. I media arabi titolano: "Il più duro bombardamento del Libano".

La popolazione, già provata da anni di conflitti e crisi economiche, si trova ora a dover affrontare una nuova ondata di violenza. Le cliniche nel sud del paese, 37 in totale, hanno smesso di operare, lasciando migliaia di persone senza assistenza medica. La testimonianza di un cooperante torinese ad Achrafieh, un quartiere di Beirut, è emblematica: "In Libano, tra chi ha perso tutto e chi fugge in Siria".

Più informazioni:
Ordina per: Data | Fonte | Titolo