Governo e sindacati divisi sulla riforma del decreto flussi

- Il decreto flussi per l'ingresso dei lavoratori extracomunitari in Italia è al centro di un acceso dibattito. Sindacati, organizzazioni datoriali e terzo settore si sono incontrati a Palazzo Chigi per discutere le modifiche necessarie. Tutti concordano su un punto: il sistema attuale non funziona e va cambiato. Tuttavia, le divergenze emergono subito dopo.

La richiesta di abolizione del Click Day e di semplificazione delle procedure è stata avanzata da più parti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha annunciato alcune novità per contrastare truffe e infiltrazioni criminali. Tra queste, l'introduzione di una black list per le aziende che non assumono i lavoratori richiesti senza giustificato motivo e un limite massimo di domande in base al fatturato dell'azienda.

Il governo intende aumentare il numero di Click Day e le quote d'ingresso per i lavoratori extracomunitari. Tuttavia, la Cgil sostiene che senza una revisione complessiva della legge sull'immigrazione, i problemi non potranno essere risolti. La premier Giorgia Meloni aveva già espresso la sua opinione a inizio estate, dichiarando che i decreti flussi sono in mano alla criminalità. A seguito di queste dichiarazioni, è stato presentato un esposto al procuratore nazionale antimafia sui presunti ingressi truffa di lavoratori agricoli stagionali.

Il tavolo di discussione ha riunito rappresentanti di Cisl, Cgil, Uil, Ugl, Usb, Confsal, Cisal e Confintesa. Le posizioni restano distanti, con il governo che punta a mantenere la legge Bossi-Fini invariata, mentre i sindacati chiedono una revisione più ampia. La questione è complessa e le soluzioni proposte non sembrano soddisfare tutte le parti coinvolte.

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