Ddl lavoro, via libera della Camera, ora al Senato

- La Camera dei Deputati ha approvato con 158 voti favorevoli, 121 contrari e 2 astensioni il disegno di legge in materia di lavoro, che ora passa al Senato per la seconda lettura. Il provvedimento, composto da una trentina di articoli, interviene su diversi aspetti del mercato del lavoro, suscitando reazioni contrastanti. Tra gli ambiti più discussi, le novità introdotte per i contratti di somministrazione e le dimissioni.

Per quanto riguarda i contratti di somministrazione, il ddl contiene una serie di semplificazioni volte a rendere più agevole l'utilizzo di questa tipologia contrattuale. Le modifiche proposte mirano a ridurre la burocrazia e a facilitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, favorendo così l'occupazione. Tuttavia, le opposizioni denunciano un aumento della precarietà, sostenendo che le nuove norme potrebbero incentivare l'uso di contratti a termine e ridurre la stabilità lavorativa.

Un altro punto cruciale del provvedimento riguarda le dimissioni, con l'introduzione di nuove disposizioni che prevedono, tra l'altro, la possibilità di dimissioni automatiche in determinate circostanze. Questa misura, secondo i proponenti, ha l'obiettivo di tutelare i lavoratori e di garantire una maggiore trasparenza nei rapporti di lavoro. Anche in questo caso, però, non mancano le critiche: gli oppositori ritengono che le dimissioni automatiche possano essere utilizzate in modo strumentale dalle aziende per liberarsi dei dipendenti scomodi.

Il ddl lavoro interviene anche su altri aspetti del mercato del lavoro, come l'apprendistato e la formazione. Le nuove norme puntano a incentivare l'esperienza "on the job", promuovendo percorsi di formazione che combinano teoria e pratica.

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