Inflazione e tassi, la cura della BCE ha funzionato?

- La notizia che sta rimbalzando tra le varie testate economiche è che, in settembre, la rilevazione del tasso di inflazione continentale sia sceso ben al di sotto del valore obiettivo del 2%, indicato dalla BCE, attestandosi all’1,8%. In due anni, questo è infatti sceso di quasi nove punti percentuali dal 10,6% toccato nell’ottobre 2022, spinto dalla crescita dei prezzi di energia e beni alimentari causati dalla crisi Ucraina. Tuttavia, era vera inflazione? La risposta è no, come più volte ribadito su queste pagine, perché, al di là della narrazione da parte dei vertici della banca centrale e di buona parte dei media, l’inflazione non è un mero aumento generalizzato dei prezzi ma una perdita di valore della valuta dovuta a un eccesso di offerta rispetto alla domanda, cosa che in Eurozona non è mai avvenuta.

La BCE, secondo oltre il 90% degli economisti intervistati da Reuters, taglierà i tassi di 25 punti base sia in ottobre che in dicembre, mentre l'economia dell'eurozona vacilla. La Banca Centrale Europea, infatti, taglierà il suo tasso di deposito di 25 punti base il 17 ottobre e di nuovo a dicembre, secondo quanto emerge dal sondaggio. La Bundesbank, per bocca di Joachim Nagel, si è detta aperta alla riduzione, sottolineando che gli ultimi dati sull’inflazione sono incoraggianti. Un ulteriore segnale, dopo le parole di Lagarde e il cambio di direzione di Schnabel sulla crescita.

La BCE sembra determinata a proseguire con la sua politica di riduzione dei tassi, nonostante le incertezze economiche che ancora gravano sull’eurozona.

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