Turbolenze nel settore dei semiconduttori: le dichiarazioni di Trump e i piani di Biden scuotono i mercati

La giornata di contrattazioni a Wall Street si è aperta con un calo generale, influenzato dalle vendite sui titoli delle principali aziende tecnologiche. Nvidia ha subito una flessione del 4,4%, mentre Tesla, Apple, Microsoft e Amazon hanno visto una diminuzione di circa l’1,5%. Alphabet ha registrato un calo dello 0,9%.

Il Dow Jones segna un incremento di 59,81 punti (+0,15%), mentre lo S&P 500 è in calo di 50,29 punti (-0,89%) e il Nasdaq perde 304,86 punti (-1,65%). Questa situazione è stata influenzata principalmente dai ribassi dei titoli della tecnologia e in particolare del settore dei chip.

Le azioni dei produttori di chip sono andate KO sulle due sponde dell'Atlantico, dopo alcuni commenti su Taiwan dell'ex presidente, Donald Trump, candidato alla Casa Bianca per i Repubblicani alle prossime elezioni di novembre, e di alcuni piani dell'amministrazione Biden per limitare l'export di tecnologia chiave verso la Cina.

Le borse europee scambiano contrastate, con l’indice Stoxx 600 in ribasso dello 0,43%. Debole la borsa di Amsterdam, con l’Aex che lascia sul terreno l’1,71% penalizzata dai semiconduttori, dopo i timori che le pressioni degli Stati Uniti possano implicare restrizioni più severe sull'export di chip in Cina. I titoli più colpiti dell’indice olandese sono Asml (-10,60%), Asm International (-7,87%) e Be Semiconductor (-6,47%).

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