La fine di un'era: l'arresto di El Mayo, capo del cartello di Sinaloa

Ismael “El Mayo” Zambada, il superboss del narcotraffico, è stato arrestato in Texas, a El Paso, segnando uno dei maggiori colpi inferti al narcotraffico negli ultimi anni. La notizia, rivelata dal New York Times, ha scosso il mondo.

Secondo quanto riportato dal giornale, la cattura di Zambada è stata possibile grazie al tradimento di Joaquin Guzman Lopez, figlio di “El Chapo” Guzmán. Guzman Lopez avrebbe ingannato Zambada, facendogli credere che il viaggio in aereo privato fosse diretto in Messico, mentre in realtà la destinazione era gli Stati Uniti.

Zambada, noto come El Mayo, era l'ultimo dei fondatori del Cartello di Sinaloa ancora in libertà. La sua ascesa e caduta segnano la fine di un'era per il cartello di Sinaloa. Nonostante le autorità americane e la DEA neghino che si sia consegnato o abbia trattato la resa, restano i dubbi.

La fuga di El Mayo è finita negli Stati Uniti, a venti chilometri dal confine messicano. Al momento dell'arresto, con lui c'era il figlio del Chapo, lo storico capo del cartello della droga arrestato nel 2016, estradato negli Usa, condannato all’ergastolo e rinchiuso nel super carcere di Florence, Colorado.

Con l'arresto di El Mayo, si chiude un capitolo importante nella storia del narcotraffico. Il 76enne capo dei capi del cartello di Sinaloa è stato arrestato insieme a un figlio del Chapo Guzmán dagli agenti dell'Amministrazione federale antidroga, la DEA. Nonostante le autorità Usa parlino di un arresto, secondo alcune fonti El Mayo si sarebbe consegnato dopo un accordo. La notizia dell'arresto è stata data per la prima volta dalla redazione di Tijuana del settimanale messicano Zeta, informata da Funzionari del Dipartimento di Stato americano.

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