Il futuro del sud Italia in bilico: la fine della decontribuzione

Il governo italiano, guidato dal ministro per gli Affari europei e le Politiche di Coesione, Raffaele Fitto, ha deciso di non rinnovare il pacchetto da 3,3 miliardi di euro di fondi europei. Questo pacchetto, attivo dal 2021, ha permesso alle imprese del Sud Italia di ottenere un esonero contributivo fino al 30% sui costi dei dipendenti.

La reazione di Unindustria Calabria

Aldo Ferrara, rappresentante di Unindustria Calabria, ha espresso la sua preoccupazione per questa decisione. Secondo Ferrara, la mancata rinnovazione della decontribuzione per il Sud potrebbe compromettere le traiettorie di sviluppo del Mezzogiorno, rendendo la decisione del governo incomprensibile e inaccettabile.

Le conseguenze per i lavoratori

La decisione del governo di eliminare l'incentivo 'Decontribuzione Sud' mette a rischio tre milioni di lavoratori nel Mezzogiorno. Questi lavoratori rischiano di perdere il proprio contratto di lavoro a causa di questa decisione, che sembra confermare l'atteggiamento del governo come nemico del Sud.

Il punto di vista di Piero De Luca

Piero De Luca, membro del Partito Democratico, ha criticato aspramente la decisione del governo. Secondo De Luca, il taglio della decontribuzione rappresenta l'attacco più pesante al Sud. Ha sottolineato che la decontribuzione era una misura strutturale e generale, che non distingueva tra categorie, giovani, anziani, donne, e valeva per tutti gli assunti del Sud. Ha quindi chiesto una trattativa con l'Europa per rendere permanente questa misura, invece di eliminarla.

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