Scandalo nella sanità calabrese: corruzione e appalti truccati per 33 milioni di euro

Un terremoto giudiziario ha scosso la sanità calabrese, con un'indagine che ha portato alla luce una rete di corruzione, favoritismi e gare d'appalto truccate. L'indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, ha portato alla notifica di 15 misure cautelari che hanno coinvolto medici, docenti universitari e imprenditori impegnati nel settore della sanità.

L'indagine ha rivelato la turbata regolarità di appalti pubblici e concorsi per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro. Questi illeciti, se confermati, rappresenterebbero gravi crimini contro lo Stato, la Regione e soprattutto la collettività calabrese.

Tra gli indagati figura Giuseppe Lucio Cascini, direttore di struttura complessa dell’Uoc Medicina nucleare dell’azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro. Nonostante le cause di incompatibilità a suo carico, Cascini è stato nominato presidente di commissione per la gara d’appalto bandita dall’università degli studi «Magna Graecia» di Catanzaro per la fornitura di un sistema ciclotrone per la produzione di radioisotopi.

L'operazione della Procura di Catanzaro e del Nucleo provinciale di polizia economica-finanziaria/Gruppo tutela spesa pubblica della Guardia di Finanza ha messo in luce uno scenario inquietante. Se i fatti contestati fossero confermati, si tratterebbe di illeciti gravissimi che hanno asservito le cariche pubbliche a meri interessi economici, anche personali, e imprenditoriali. Questa inchiesta rappresenta un passo importante nella lotta alla corruzione e al malaffare nella sanità calabrese.

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