La chiamata diretta come soluzione alla carenza di insegnanti

L'avvicinarsi del nuovo anno scolastico riporta alla ribalta un problema cronico del sistema scolastico italiano: la carenza di insegnanti. La stampa nazionale e locale parla di "emergenza cattedre vuote", ma la verità è che si tratta di un problema strutturale, presente da decenni e aggravato dalla pandemia.

Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi (ANP), propone la chiamata diretta come soluzione per coprire rapidamente i posti vacanti e scegliere i docenti con competenze specifiche. Secondo Giannelli, questo metodo permetterebbe di affrontare l'aumento dei precari e garantire una maggiore stabilità nelle scuole.

Con la riapertura delle scuole e l'inizio del nuovo anno scolastico, si ripropongono gli stessi problemi. Anche quest'anno saranno oltre 250.000 le cattedre e i posti privi di titolari che dovranno essere ricoperti con contratti a tempo determinato. In sette anni, le supplenze sono aumentate del 72%, con un incremento rispetto all'anno scorso di oltre 20.000 posti.

Elvira Serafini, segretaria generale del sindacato Snals, critica la proposta di Giannelli e suggerisce invece di scorrere le graduatorie dei concorsi ordinari e stabilizzare i precari storici. Secondo Serafini, questa soluzione sarebbe più equa e garantirebbe una maggiore continuità didattica.

Monica Leonardi, segretaria aggiunta della Cisl Scuola Emilia Centrale, sottolinea le numerose criticità legate all'avvio del nuovo anno scolastico. A causa del ritardo nelle operazioni di nomina, molti docenti saranno supplenti e non rimarranno tutto l'anno scolastico. Il ministro ha prorogato le nomine in ruolo fino al 31 dicembre, poiché diversi concorsi legati al PNRR non sono ancora terminati.

La carenza di insegnanti è un problema complesso e di lunga data che richiede soluzioni strutturali e condivise. La chiamata diretta proposta da Giannelli potrebbe essere una soluzione rapida, ma è necessario considerare anche le critiche e le alternative proposte dai sindacati per garantire una maggiore stabilità e continuità didattica nelle scuole italiane.

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