Dazi Ue sulle auto elettriche cinesi, Europa divisa

- La recente decisione dell'Unione Europea di introdurre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di auto elettriche a batteria dalla Cina ha suscitato un acceso dibattito tra i Paesi membri. La proposta della Commissione Europea, che mirava a proteggere l'industria automobilistica europea dalla concorrenza cinese, ha ottenuto una "mezza" approvazione del Parlamento, con molti astenuti. Nonostante la grande crisi dell'automotive, che avrebbe potuto compattare i Paesi dell'Unione, il voto del Comitato della difesa del commercio non ha raggiunto la maggioranza qualificata necessaria per approvare i dazi per cinque anni.

La Cina, dal canto suo, ha reagito duramente, definendo i dazi "protezionismo sleale" e accusando l'UE di "grave violazione del commercio internazionale". Il ministero del Commercio cinese ha sottolineato che i dazi non solo ostacolano la cooperazione commerciale e di investimento tra Cina e UE, ma ritardano anche il processo di trasformazione verde dell'Europa. Le accuse cinesi sono state accompagnate da avvertimenti più o meno espliciti, evidenziando la tensione crescente tra le due potenze economiche.

Il voto del Comitato della difesa del commercio ha visto dieci Stati membri, tra cui Italia e Francia, esprimersi a favore dei dazi, mentre cinque Paesi, tra cui Germania e Ungheria, hanno votato contro. Dodici Stati si sono astenuti, dimostrando la disunione europea su questo tema cruciale. Per dare un via libera diretto ai dazi proposti dalla Commissione, sarebbe stato necessario l'ok del 55% degli Stati membri, rappresentanti il 65% della popolazione dell'Unione.

La proposta di introdurre dazi compensativi definitivi sulle auto elettriche cinesi è stata discussa a lungo, tra dubbi, paure e protezionismo. La Commissione Europea ha cercato di difendere l'industria automobilistica europea dalla minaccia cinese, ma la mancanza di una maggioranza qualificata ha evidenziato le divisioni interne all'Unione. La decisione finale è ora nelle mani della Commissione, che dovrà valutare come procedere in un contesto di crescente tensione commerciale con la Cina.

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