Iran e Israele, tensioni crescenti e rischi di escalation

- Con i recenti raid israeliani a Beirut e l'attacco missilistico dell'Iran, la situazione in Medio Oriente si fa sempre più critica. Netanyahu valuta una risposta mirata, mentre l'Iran cerca di ristabilire la deterrenza. Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso, ex presidente di Ispi e attuale numero uno di Mundys, offre una visione approfondita della crisi.

L'Iran ha lanciato più di 200 missili balistici contro Israele, mettendo in pericolo milioni di israeliani. Tuttavia, nonostante l'ansia diffusa, nessun israeliano è stato ucciso. In modo miracoloso, il regime iraniano ha sparato il suo meglio, ma senza causare danni rilevanti. Per più di 45 minuti, ondate di missili balistici sono state viste sfrecciare nei cieli di Israele. Esplosioni sono state udite in diversi luoghi, dovute agli intercettori della contraerea che hanno abbattuto i missili balistici prima che potessero raggiungere le loro destinazioni.

Israele prepara la sua risposta dopo i 181 missili scagliati dall'Iran. Ci sono due ipotesi sul tavolo: un attacco contro delle basi dove l'Iran prepara il suo programma di armamento nucleare, oppure un attacco a infrastrutture petrolifere iraniane. In entrambi i casi, Israele avrebbe probabilmente bisogno di un appoggio americano, e quindi, il dialogo con la Casa Bianca è particolarmente intenso e teso.

Da giorni ormai, l'ipotesi di una guerra aperta tra Israele e Iran sembra una realtà normalizzata. Dopo la tanto attesa ritorsione missilistica iraniana del primo ottobre contro Tel Aviv, molti temono una tragica spirale bellica senza controllo. Alcuni irresponsabili bellicisti da salotto auspicano la caduta della Repubblica Islamica e la liberazione di oltre ottanta milioni di iraniani dalla dittatura religiosa. Tuttavia, la guerra diretta con l'Iran si può ancora evitare, e Massolo sottolinea l'importanza di evitare bellicismi da salotto.

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