Il taglio dei fondi pubblici al cinema italiano

Alla Mostra del cinema di Venezia, Nanni Moretti ha criticato duramente la nuova legge sul cinema, che prevede una revisione dei meccanismi di concessione del credito di imposta per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva. La legge, voluta dall'ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ha suscitato molte polemiche e preoccupazioni tra i professionisti del settore.

La nuova legge prevede una riduzione degli incentivi fiscali per le produzioni cinematografiche e audiovisive, con l'obiettivo di ridurre il numero di film prodotti e aumentare la qualità delle opere. Secondo i sostenitori della legge, l'eccesso di incentivi ha dopato la produzione di film, favorendo un boom artificiale che non ha portato a un reale miglioramento della qualità del cinema italiano. Tuttavia, molti produttori e registi ritengono che la riduzione dei fondi pubblici metterà in crisi l'intero settore, già provato dalla pandemia e dalla concorrenza delle piattaforme di streaming.

Le organizzazioni sindacali che rappresentano giornalisti e operatori della comunicazione hanno espresso preoccupazione per le conseguenze della nuova legge, sottolineando che il taglio dei fondi pubblici potrebbe portare alla chiusura di molte piccole e medie imprese di produzione. Anche Pier Francesco Pingitore, drammaturgo e sceneggiatore, ha criticato la legge, accusando il governo di voler penalizzare il cinema italiano per motivi ideologici. Pingitore ha inoltre denunciato il dominio della sinistra nel settore culturale e cinematografico, definendo il politicamente corretto una "religione degli imbecilli".

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