Alluvione in Emilia Romagna, chiuse tutte le falle

- In Emilia Romagna, i lavori di ripristino delle zone colpite dall'alluvione della scorsa settimana procedono senza sosta. Utilizzando le torri faro, gli operai lavorano anche di notte per mettere in sicurezza le aree danneggiate. Sono oltre dieci i cantieri di somma urgenza attivi, con un investimento complessivo di circa 23 milioni di euro. Di questi, 14,3 milioni sono destinati al Ravennate, 1 milione al Forlivese-Cesenate e 8,5 milioni al Bolognese.

Gli evacuati sono scesi a 600, la maggior parte dei quali si trova a Traversara di Bagnacavallo nel Ravennate, con un numero minore a Molinella (80) e Budrio (61) nel Bolognese. L'Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sta operando incessantemente per sigillare le rotture degli argini e mettere in sicurezza le aree colpite. A Traversara di Bagnacavallo, l'acqua non fuoriesce più dalla rotta grazie alla coronella completata che ha interrotto il flusso.

Nel frattempo, la Colonna mobile della Protezione civile del Trentino è rientrata in Trentino dopo aver operato nel borgo del Ravennate colpito dall'alluvione. La rottura degli argini del fiume Lamone ha causato distruzione e dolore, ma anche storie di solidarietà e speranza. Alcune famiglie hanno perso tutto, ma grazie all'aiuto dei Vigili del Fuoco volontari dei Distretti Giudicarie e Alto Garda, del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento e del personale del Servizio Prevenzione Rischi e Cue del Trentino, molte persone guardano al futuro con fiducia.

Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo la sua frustrazione per la situazione. Nella notte tra il 18 e il 19 settembre, la città di Faenza è stata nuovamente colpita dal fango proveniente dal torrente Marzeno, per la terza volta in poco più di un anno. Un intero quartiere del nucleo urbano e molte abitazioni delle frazioni sono state invase dal fango.

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