Mistero sulla morte di Alex Marangon: il ruolo dello sciamano e del compagno medico

Alex Marangon, un barman di 25 anni, è stato trovato morto il 3 luglio sul greto del Piave in provincia di Treviso, a quattro chilometri di distanza da dove era stato visto l'ultima volta al raduno new age. La sua morte è avvolta nel mistero e le circostanze che hanno portato alla sua scomparsa potrebbero fornire un dettaglio chiave per risolvere il giallo del suo omicidio.

Alex è scomparso nella notte del 29 giugno dall'Abbazia di Santa Bona a Vidor, dove stava partecipando a un rito sciamanico. Il suo corpo è stato ritrovato tre giorni dopo, su un isolotto del Piave a Ciano del Montello, con la testa fracassata e il corpo coperto di lesioni, segni di un efferato omicidio, come confermato dall'autopsia.

Non era la prima volta che Alex partecipava a un rito sciamanico, ma quello organizzato lo scorso 30 giugno all'Abbazia di Santa Bona a Vidor, nel Trevigiano, gli faceva paura. Alex lo aveva confidato ad un amico. Queste confidenze, emerse in ambienti vicini alla famiglia del ragazzo, fanno ora parte dell'inchiesta per omicidio volontario a carico di ignoti aperta dalla Procura di Treviso.

Secondo le prime ricostruzioni, Alex era seduto vicino alla porta della cappella, sembrava tranquillo. Ad un certo punto ha iniziato a parlare da solo ed è uscito. A seguirlo lo sciamano Jhonni Daniel Benavides Alvarez e il suo compagno medico, gli organizzatori del rito. Questo dettaglio potrebbe essere fondamentale per le indagini.

Lo sciamano colombiano Jhonni Benavides e il suo compagno medico avrebbero seguito Alex quando si è allontanato dalla cappella dell’Abbazia di Santa Bona di Vidor. Il loro ruolo nella scomparsa e nella morte di Alex è al centro delle indagini.

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