Inchiesta sugli ultras a Milano, Inter e Milan sotto la lente della procura

- L'inchiesta sugli ultras a Milano, che ha portato all'arresto di 19 tifosi nerazzurri e rossoneri, ha messo in luce un intreccio complesso tra il mondo del tifo organizzato e la criminalità organizzata. La procura di Milano, guidata da Marcello Viola, ha avviato un procedimento di prevenzione nei confronti di Inter e Milan, definite "parti offese" ma comunque coinvolte in un'indagine che potrebbe avere ripercussioni significative.

Il capo della procura federale, Giuseppe Chiné, ha richiesto gli atti dell'inchiesta per approfondire le telefonate e gli incontri tra l'allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi, e gli ultras della Curva Nord. In particolare, l'attenzione si è concentrata sui biglietti richiesti dagli ultras a Inzaghi, con l'ex calciatore Marco Materazzi che ha rivelato come il club abbia cercato di limitare le concessioni ai tifosi, offrendo solo la metà dei 1.500 biglietti richiesti.

L'indagine ha raggiunto il suo apice nei giorni tra la finale di Coppa Italia e l'ultimo atto della Champions League 2023 a Istanbul, con un clima rovente tra la Curva Nord e la società. Le tensioni sono esplose quando gli ultras hanno preteso un numero elevato di biglietti, e la risposta del club ha scatenato ulteriori conflitti.

Il capo della Squadra mobile di Milano, Alfonso Iadevaia, ha sottolineato come l'operazione abbia disarticolato un'organizzazione trasversale alle tifoserie di Inter e Milan, evidenziando la pericolosità di queste realtà simili alla criminalità organizzata. La conferenza stampa di Viola ha suscitato polemiche anche per un dettaglio curioso: la cover del cellulare del procuratore, con lo stemma dell'Inter, ha fatto il giro del web, sollevando critiche da parte di Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia, che ha ritenuto inopportuno tale particolare.

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