Julian Assange: la fine di un lungo calvario giudiziario

Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, è tornato ad essere un uomo libero dopo un calvario giudiziario lungo quattordici anni. La sua libertà è stata ottenuta a seguito di una dichiarazione di colpevolezza di "cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale" davanti alla giustizia americana nel tribunale di Saipan, sulle Isole Marianne Settentrionali.

Dopo cinque anni di carcere nel Regno Unito e un processo decennale, Assange è tornato in Australia. Questo ritorno è stato possibile grazie a un accordo di patteggiamento con gli Stati Uniti, che lo accusavano di aver illecitamente diffuso documenti militari segreti. Nonostante le critiche ricevute, Assange ha finalmente potuto riabbracciare la sua famiglia.

La liberazione di Assange ha generato una divisione di opinioni. Alcuni lo accusano di aver messo a rischio le fonti, di aver lavorato per Putin e di aver aiutato Trump. Tuttavia, queste accuse sono state smontate come fake news dalla stampa italiana.

Assange, dopo più di cinque anni in una cella di 2x3 metri, isolato 23 ore al giorno, si riunirà presto alla moglie Stella Assange e ai loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre. Questo è il passaggio della nota di WikiLeaks che ha annunciato la liberazione del suo fondatore.

Assange ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale classificato americano. Questo fa parte di un accordo con il Dipartimento di giustizia Usa che gli consentirà di evitare la reclusione negli Stati Uniti e di tornare in Australia. Questo accordo pone fine alla lunga saga legale sui documenti trapelati e alla fine gli consente di tornare libero dopo anni di incarcerazione e reclusione.

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