Stellantis crolla in Borsa dopo la revisione dei target 2024

- TORINO – La cura americana costa cara a Stellantis. Il gruppo guidato da Carlos Tavares ha rivisto al ribasso i target di fine anno, una rimodulazione che arriva dopo quelle di altre case automobilistiche, come le tedesche BMW e Mercedes, oppure la Volvo, la Aston Martin e la Renault. Dopo che un gruppo del calibro di Volkswagen ha ipotizzato riduzione degli addetti e chiusura di uno stabilimento, la revisione degli obiettivi finanziari da parte della casa nata dalle nozze tra FCA e PSA ha fatto crollare il titolo in Borsa, che ha superato il meno 14%, provocando uno smottamento di tutti i valori delle azioni delle principali case automobilistiche, comprese Ford e GM.

Stellantis ha annunciato che i risultati economici del 2024 saranno peggiori del previsto. L'azienda ha rivisto in particolare le stime del margine operativo, che scendono dal 10% al 5,5-7%, e quelle del cash flow industriale, il flusso di cassa - quindi la liquidità - che da positivo passa a negativo, fra -5 e -10 miliardi di euro. Sui conti pesano il peggioramento del settore auto in tutto il mondo, ma soprattutto l'andamento negativo negli Stati Uniti, principale mercato del gruppo, con vendite in calo e un problema di scorte da ridurre.

Anche Volkswagen, per la seconda volta quest'anno, ha tagliato le stime di margine operativo dal 7% al 5,6%. A pesare, anche in quel caso, il peggioramento del mercato e l'aumento della concorrenza cinese. Il gruppo tedesco, che ha annunciato l'intenzione di chiudere due fabbriche in Germania con migliaia di esuberi, ha rivisto al ribasso anche le stime di ricavi da 338 a 320 miliardi di euro e di consegne da 9,5 milioni di unità a 9 milioni.

Stellantis vede nero e precipita in Borsa. Il tonfo è micidiale: dopo aver rivisto in negativo le stime sui risultati del 2024, la multinazionale guidata dall'AD Carlos Tavares è crollata a Piazza Affari, dove il titolo ha subito una brusca frenata e, dopo un avvio in flessione, ha chiuso le contrattazioni lasciando sul terreno il 14,72% a 12,40 euro. È la prima volta da ottobre 2022 che le quotazioni scendono sotto la soglia dei 13 euro per azione, segnando così un allarmante slittamento verso il basso che conferma la difficoltà del momento sia per la holding sia per il settore automobilistico in generale.

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