Nasrallah è morto, il Libano in subbuglio

- La morte di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, ha scatenato un terremoto politico e sociale in Libano. La conferma del decesso, avvenuta intorno alle 13:30 ora locale, ha gettato Beirut nel caos. I colpi di Ak-47 esplosi in cielo per glorificare il martirio del capo del Partito di Dio hanno segnato l'inizio di un periodo di grande incertezza per il Paese dei Cedri.

L'ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema iraniana, ha affidato a una lunga serie di messaggi social il suo commento sulla morte di Nasrallah, definendolo un martire e chiamando i musulmani a unirsi contro Israele. Tuttavia, nonostante l'invocazione alla vittoria finale dell'Asse della Resistenza e alla forza di Hezbollah, il tono dei messaggi non è riuscito a nascondere la gravità del colpo subito.

Nel frattempo, il canale al-Manar, vicino al Partito di Dio, ha iniziato a trasmettere preghiere e ha sospeso le dirette dai sobborghi sud di Beirut, colpiti dalle bombe israeliane. Un'annunciatrice, in lacrime, ha dato la notizia della morte di Nasrallah, sottolineando come tutto sia cambiato in un istante. La popolazione, sconvolta, ha reagito con pianti, grida e gesti di disperazione.

Le esplosioni, avvertite nettamente anche nella periferia sud-est di Beirut, hanno costretto migliaia di persone a fuggire in condizioni disperate. Secondo l'Alto commissario dell'ONU per i rifugiati, Filippo Grandi, oltre 200.000 persone sono state sfollate all'interno del Libano, mentre almeno 50.000 cittadini hanno cercato rifugio in Siria. Le operazioni di soccorso, coordinate anche dall'UNHCR, sono in corso per aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno.

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