L'uccisione dell'orsa Kj1 a Trento: polemiche e proteste

L'uccisione dell'orsa Kj1, avvenuta il 30 luglio per mano dei forestali della provincia autonoma di Trento, ha scatenato un'ondata di polemiche e proteste. Kj1, mamma di tre cuccioli, era stata ritenuta responsabile dell'aggressione a un turista francese sui monti di Dro. Nonostante fosse stata dotata di radiocollare per il monitoraggio, è stata abbattuta in seguito a un decreto firmato dal presidente della provincia, Maurizio Fugatti.

Nel pomeriggio successivo all'abbattimento, un ristretto gruppo di persone si è radunato in piazza Dante per manifestare contro l'uccisione dell'orsa. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa ottanta persone, è stata caratterizzata da critiche rivolte al governatore Fugatti.

L'etologa Ivana Sandri, presidente dell'Enpa Trentino, ha sollevato dubbi sulla necessità dell'abbattimento, sottolineando che Kj1 avrebbe potuto essere monitorata anziché uccisa. Sandri ha evidenziato l'importanza di conoscere il comportamento animale per sviluppare programmi di convivenza tra uomini e orsi.

La sera del 3 agosto, l'associazione Bearsandothers ha organizzato una fiaccolata in centro a Trento per commemorare l'orsa Kj1. Ai partecipanti è stato chiesto di indossare abiti bianchi, simbolo della purezza dell'animale. La manifestazione ha ribadito che gli orsi non appartengono a nessuno, ma sono patrimonio indisponibile dello Stato.

L'ex forestale Stoffella ha criticato la decisione di non chiudere i sentieri in presenza di orsi, affermando che in montagna non esistono sicurezze assolute. Stoffella ha ricordato che durante la pandemia di Covid-19 era vietato circolare ovunque, non solo su alcuni sentieri.

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